Lippi: "Duello Napoli-Juve? Non escluderei le altre. I cinesi vogliono investire ma sbagliano metodo"

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È un Marcello Lippi a 360 gradi quello vistosi oggi a Chiavari, per la presentazione di "Wylab", il primo Sport Tech Incubator in Italia. Tanti gli argomenti trattati dall'ex CT azzurro, visibilmente felice ed orgoglioso di poter partecipare a tale evento: "La tecnologia nel calcio è stata ed è molto importante. Pensate che quando ho iniziato ad allenare col mio amico Giampiero Ventura ci scambiavamo i VHS per poter studiare gli avversari. Col progredire dei tempi poi si è potuto entrare in contatto col mondo ed oggi la tecnologia è tutto: può portare risultati in tempo reale ed è una cosa fondamentale. Si può conoscere tutto di tutti, ma la cosa più entusiasmante è la possibilità ed opportunità di lavoro che offre ai giovani: se un ragazzo ha idee, può costruirsi una professione grazie a certe tecnologie come Wyscout. Il calcio non ha più segreti: nel '96, dopochè vincemmo la finale di Coppa dei Campioni, ci fecero partire per la tournée in Vietnam e ricordo che tutti i bambini ci riconoscevano già allora". Ovviamente, in seguito ai colpi di mercato messi a segno dalle squadre cinesi in questa sessione di calciomercato appena conclusa, l'ex CT si è soffermato ad analizzare anche la situazione riguardante il calcio in Cina: "Quando andai al Guangzhou già utilizzavano Wyscout, allora io ho interrotto l'abbonamento per non sperperare denaro (ride ndr). In Cina vogliono investire nel calcio, i club sono molto ricchi e sono in lotta tra loro, ma secondo me sbagliano. Ora vi spiego: non molto tempo fa parlai coi dirigenti delle squadre cinesi e spiegai loro che comprare solo grandi giocatori spendendo molti soldi non è il metodo giusto per arrivare ai vertici. Ci vuole una base di giocatori di quella nazione, perché se no non può esserci senso di appartenenza. La stessa cosa vale per l'Italia. Certo, può aumentare lo spettacolo, ma non il livello del movimento calcistico nazionale. Io stesso col Guangzhou ho vinto così tanto perché avevo solo 5 grandi giocatori extracomunitari mentre tutti gli altri erano cinesi ed avevano grande senso di appartenenza. Inoltre, molti presidenti di società di calcio italiane, senza fare nomi, mi hanno chiesto se si potesse aprire un canale di rapporto con la Cina magari acquistando giocatori cinesi più per il marketing che per il valore calcistico ed io ho risposto che nella mia squadra c'erano 5 o 6 ragazzi che avrebbero potuto giocare in qualsiasi squadra in Europa senza problemi, magari escludendo Bayern e Barcellona". Anche la Serie A è rimasta molto a cuore all'allenatore di Viareggio, che non si è esentato da un'analisi sull'andamento del campionato: "In questo momento è prematuro dire che solo Napoli e Juve possano giocarsi lo scudetto, secondo me possono rientrare in corsa anche altre squadre. Nel calcio non si sa mai e ogni anno è diverso da quello precedente. Guardate le genovesi: l'anno scorso lottavano per l'Europa; mentre ora stanno facendo davvero fatica. Il calcio è strano: anche se lavori bene può succedere di tutto". Interrogato poi su Sarri, ha espresso grandi elogi: "Sarri è un allenatore di campagna. Ha grande intelligenza e sta trovando grande equilibrio, cosa fondamentale se si vuole lottare per grandi traguardi. Sopratutto ha una qualità che fa la differenza: è stato in grado di entrare in sinergia coi propri giocatori, che quindi sono entusiasti di giocare per lui". Infine, sulla possibilità di tornare ad allenare in Italia o all'estero si è espresso così: "Per ora non si è mosso e non si muove niente. Posso tuttavia affermare che non sono mai stato contattato dal Milan, nel modo più assoluto". Alberto Trovamala

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