Liga, arriva la final four: le prime quattro contro col titolo in gioco

Era l’ultima giornata della stagione 2013/2014 quando si affrontarono Atlético Madrid e Barcellona, prima e seconda in classifica, in una specie di finale per il campionato. I colchoneros arrivavano al Camp Nou con il vantaggio di potersi permettere due risultati su tre, e con il pareggio finale (un 1-1) si laurearono campioni di Liga per la prima volta in quasi 20 anni.

In questo fine settimana di una Liga bollente, il ricordo non può non tornare a quello scontro. L’Atlético visita il Barcellona come capolista, e come tale se ne tornerebbe a Madrid se vincesse o pareggiasse. Tuttavia, il cholo Simeone ha avvertito in conferenza che fra le due partite non vede nessuna similitudine, perché quella era l’ultima e qui ci sono in gioco ancora un sacco di punti”.

 

 

E non solo, aggiungiamo noi, perché se sabato (16:15) si affronteranno la prima e la terza, domenica (21:00) lo faranno anche la seconda e la quarta Real Madrid e Siviglia in quella che rimarrà nella storia come la giornata più appassionante della Liga più incerta di sempre.

 

Atlético-Barcellona: testa o croce?

 

Atleti-Barça promette di essere la partita che, a quattro incontri dalla fine, darà la più chiara impronta alla Liga: i colchoneros sono primi a 74, i culé hanno solo due punti meno, così come il Real. Un incontro così delicato che prende davvero le fattezze della finale, rendendolo quasi impronosticabile. Come tirare una moneta e fare testa o croce. Perché in una finale non conta più lo stato fisico, non contano tanto i valori tecnici ma, e qui sono stati d’accordo sia Simeone che Koeman, farà la differenza la “forza mentale”.

 

Quest’anno rojiblancos e blaugrana sono state due facce della stessa moneta, come direbbero in Spagna. Sono arrivati quasi allo stesso risultato ma praticando non solo stili di gioco diversi, ma anche strategie di attacco al titolo opposte: l’Atlético ha basato la sua stagione su una partenza sprint, ammucchiando un cospicuo gruzzolo di punti mentre le altre riscaldavano i motori, ma poi si è involuto e ha perso per strada un vantaggio a doppia cifra; il Barcellona, invece, ha avviato l’operazione Remontada in un 2021 di quasi solo successi.

 

 

E infatti, messe allo specchio, le due stagioni sono identiche: l’Atlético nelle prime 19 partite ne ha persa una, pareggiate due e vinte il resto; il Barcellona, delle 19 gare di Liga del 2021… ne ne ha persa una, pareggiate due e vinte il resto.

 

Va da sé, dunque, che le migliori sensazioni ultimamente le abbia date il Barça. Gli uomini di Koeman (squalificato, non sarà in panchina) hanno ormai ripreso a giocare come il DNA del loro club richiede e hanno per distacco il miglior attacco (+19 rispetto all’Atleti, secondo). Tuttavia, nelle ultime gare i culé hanno regalato tanti momenti ed errori difensivi agli avversari che non hanno mai potuto considerare la pratica chiusa prima del triplice fischio. O, spiegato con le più semplici parole di Piqué, “ad ogni tiro in porta prendiamo gol”.

 

Per l’Atlético Madrid le cose non vanno meglio, almeno sul piano del gioco. Perché se all’inizio del salasso di punti continuavano comunque a comunicare sensazioni positive, adesso i colchoneros sembrano una squadra arrivata al proprio limite psicofisico, trascinati soltanto dai gol di Marcos Llorente e da tanti piccoli miracoli che li tengono ancora, inspiegabilmente in piedi (come il palo dell’Elche su rigore al 91’ la scorsa settimana: il terzo di quattro tiri dal dischetto affrontati quest’anno che non si è trasformato in gol). Ecco, se il campo non manda segnali molto positivi, la fortuna sì che è quella del campione.

 

 

Sarà necessario, dunque, che Luis Suárez si rimbocchi le maniche per tornare a fare la differenza come ad inizio anno: sono 19 i gol in questa stagione ma, complice un infortunio, solo tre da metà febbraio ad oggi. Toccherà fare uno sgambetto al grande amico Messi, certo, ma la smania del pistolero di far pentire il Barça di averlo letteralmente regalato alla concorrenza è certamente capace di superare anche ostacoli come questo.

 

 

Se voltiamo la moneta, pure in questo caso troveremo il Barcellona, anch’esso con a disposizione un ex con il colpo in canna, ma che ultimamente la porta la vede eccome. Si tratta di Antoine Griezmann, che finalmente si è adattato al nuovo habitat e viene dall’aver segnato quattro gol in cinque partite. Lui nel 2014 non c’era ancora, ma di finale ha appena vinto quella della Copa del Rey contro l’Athletic ed è alla ricerca di gol pesanti, anche all'adorato Cholo, per il doblete.

 

Real Madrid-Siviglia: ultima chiamata per la Liga

 

Limitando gli sbalzi d’umore, Real Madrid e Siviglia hanno fatto della capacità di rimanere in scia la loro forza quest’anno. E adesso sono all’ultima chiamata per presentare la loro candidatura al titolo.

 

Gli andalusi sono senza dubbio la grande sorpresa di questa stagione, ma con la sconfitta dell’ultimo turno con l’Athletic adesso sembrano poter vestire più i panni dei guastafeste che quelli dei candidati a pieno titolo. Ciononostante, i sei punti dall’Atlético e i due da Real e Barça li obbligano a sfruttare questo scontro come l’ultima occasione per alimentare un sogno che si sono guadagnati con merito e fatica. E anche grazie ad un sempre più integrato Papu Gómez, che finalmente si sta guadagnando il ruolo di leader tecnico nella formazione di Lopetegui.

 

 

Dopo l’uscita in semifinale di Champions con il Chelsea, dall’altro lato il Real Madrid non ha opzioni che non corrispondano con la vittoria: o arriva quella, o lunedì la parola “fallimento” campeggerà su tutte le prime pagine sportive spagnole, dato che a quel punto le probabilità di arrivare il titolo si allontanerebbero sensibilmente.

 

La verità, però, è che per il Madrid è un mezzo miracolo essere arrivato fin qui, falcidiato com’è stato dagli infortuni (quasi 60 quest’anno) e obbligato a spremere fino all’ultima goccia il fisico di veterani (chi più, chi meno) come Modric, Kroos e Benzema. E i risultati di questa maratona si sono visti nelle ultime uscite, specialmente in Champions, dove la squadra di Zidane è sembrata andare al rallentatore nei due confronti del Chelsea di Tuchel.

  

 

Insomma, avranno pure ragione Koeman e Simeone quando dicono che la Liga la vincerà il più forte mentalmente, ma se il Real rimarrà la squadra delle ultime settimane la mitologica mentalità vincente madridista rischia di non essere abbastanza.

 

 Attenzione agli scontri diretti

 

L’aveva detto, d’altronde, lo stesso Zinedine Zidane: Siamo al limite, non so come arriveremo alla fine della stagione”. L’aveva fatto dopo il clásico vinto un mese fa, quando le parole vennero temporaneamente sovrastate dal rumore della festa. Fu un grido d’aiuto lanciato con maestria un attimo prima del disastro, quando ancora non sarebbe potuto essere visto come alibi.

 

E sebbene Zizou avesse ragione, i risultati più importanti il Real Madrid li ha già fatti prima di oggi, per esempio proprio in quel clásico. E chi sa che non diventino decisivi in questa volata. Sì, perché i blancos non hanno ancora perso (Siviglia permettendo) nessuno scontro diretto in questo campionato, godendo adesso del vantaggio con tutte in caso di arrivo a pari punti o di classifica avulsa.

 

Per farla semplice, al Madrid tocca stringere i denti e pensare a vincerle tutte, sperando che nel mentre si allineino gli astri in suo favore. Dando per scontata una vittoria del Real (che scontata non è), infatti, solo una vittoria dell’Atlético può essere un risultato scomodo per i merengues, mentre un pareggio o una vittoria del Barcellona darebbero alla Liga delle forti tinte bianche a tre partite dalla fine.

 

 

Sarebbe addirittura possibile lo scenario, tanto spettacolare quanto sadico, di un Barcellona che, battendo l’Atlético, si obbligherebbe a consegnare al Real Madrid le chiavi della Liga: in quel caso, data la doppia sconfitta in stagione coi blancos, i blaugrana non potrebbero vincere neanche col bottino pieno se il Madrid facesse la stessa quantità di punti. L’unico colpo di scena che manca a questa Liga, così spettacolare che a momenti pare più una serie tv che un torneo sportivo. A noi, intanto, tocca solo metterci comodi, ché questo 35º episodio promette di essere uno dei più esaltanti di questa 90ª stagione del campionato spagnolo.

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