L'idolo De Rossi, il cuore diviso tra nonno Peppe e Claudia. Sicurella si racconta: "Foggia una seconda casa, tutta la squadra unita per vincere il campionato"

(foto di Carla Bianco)

E' il 22 dicembre del 2013, quando in una prima fredda domenica invernale, Giuseppe Sicurella fa il suo esordio da titolare nel Foggia di Pasquale Padalino. 5 minuti ed è subito vantaggio, proprio con il centrocampista di Mazara del Vallo che sigla l'unica rete della partita

Il match finisce e le chat di Whatsapp sono già intasate. Tanti complimenti, poi però arriva anche un'inattesa e triste chiamata da casa. Nonno Giuseppe non c'è più: "E' stato un rapidissimo saliscendi di emozioni - racconta in esclusiva a Gianlucadimarzio.com - perché ricordo quel giorno con tanta felicità e tanta tristezza. Stesso nome, stesso cognome, ero davvero legato a lui, perciò quando segno alzo le braccia al cielo e gli dedico i miei gol". A proposito di gol, sono già 2 in poco più di 130 minuti. L'ultimo a Melfi in pieno recupero, braccia in alto e poi anche un insolito "cinque" all'arbitro: "Ero in trans agonistica (ride n.d.r), non mi sono reso conto che fosse lui, ero ancora concentrato per il gol e nell'esultanza". Una dedica a fine partita su Instagram per chi lo guarda da lassù e per chi gli ha insegnato a giocare: "Devo molto a mio padre, è lui che mi ha avvicinato a questo gioco. Ha una sua scuola calcio e quindi con lui ho deciso di diventare un calciatore e di fare il centrocampista". Un centrale di centrocampo con il vizietto del gol, proprio come il suo idolo, Daniele De Rossi: "Lo seguo da sempre, fin da ragazzino. Il mio numero 16 sulla maglia è proprio per il giocatore giallorosso. Mi ha sempre fatto impazzire come giocatore". Anche se qualcuno lo paragona ad Antonio Nocerino: "Forse perché sono un mastino, proprio come lui".

Gli spagnoli la chiamerebbero "Garra". Un mix di voglia, tecnica e soprattuto di sana cattiveria agonistica. E Sicurella ne ha da vendere. E' per questo che i tifosi del Foggia sui social chiedono undici giocatori come lui: "Il segreto è ricercare le motivazioni durante gli allenamenti in settimana. So di giocare in un reparto molto competitivo, ma è un bene. Penso a sei mesi fa quando ero sulle stampelle e adesso sono di nuovo in campo e posso dare il mio contributo. E' un grande onore giocare in un centrocampo del genere". E in questo reparto c'è anche il suo collega di università, Alberto Gerbo: "Studiamo entrambi scienze motorie, ma lui è più indietro (ride n.d.r), io ho finito gli esami e a marzo dovrei laurearmi. Lui non so quando, ma so che il mio professore con cui sto preparando la tesi, trema perché ha paura che gli rubo la cattedra".

Chi invece sgobba sui libri per davvero, è Claudia: "E' la mia ragazza dal primo settembre di 5 anni fa e studia medicina. E' difficile vivere a distanza ma lei è la mia forza e cerco di andare almeno una volta al mese a Milano, città in cui studiai". E intanto Sicurella può consolarsi con i suoi compagni più stretti: "Dinielli, Padovan e Agazzi probabilmente sono quelli a cui sono più legato. Dinielli è il mio compagno di casa, ma Padovan è molto simile a me. Con loro e con Agazzi mi trovo davvero bene". E non solo....:"Siamo un gruppo coeso, posso garantirvi che dal primo all'ultimo giocatore danno sempre il 100%. Posso metterci entrambe le mani sul fuoco, perché davvero tutti danno il meglio per il nostro obiettivo". Un obiettivo che Sicurella sogna come tutta la squadra. E intanto lui va avanti, tra un gol, la tesi, Claudia e Nonno Peppe. Sempre fedele da lassù.

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