L’escalation di Musa Barrow: cos’ha portato il gambiano ad essere un titolare dell’Atalanta

Che l’Atalanta sia sempre più La Masia d’Italia è indiscutibile. Lampante. Giovani su giovani lanciati dalle giovanili alla Serie A. Con Musa Barrow ultimo in ordine di tempo. Il gambiano classe ’98 però sembrerebbe avere qualcosa di diverso rispetto ai suoi predecessori. Azzardiamo: forse anche qualcosa in più. 27 gol in 30 match stagionali in Primavera e già 1 coi ‘grandi’ segnato al Benevento. Stigmate del predestinato. Di chi, continuando sulla falsariga di quanto messo in mostra in queste prime 8 presenze in Serie A, possa un domani avere un ruolo da assoluto protagonista con l’Atalanta e non solo.

PERSONALITà AL POTERE

Questione in primo luogo di personalità. Perché per Musa giocare contro i pari età o in Serie A non cambia assolutamente nulla. Il salto dalla Primavera alla prima squadra non gli ha fatto batter ciglio. Parola di chi l’ha visto esibirsi in entrambi i campionati. Poi, basterebbe ricordarsi come abbia mandato completamente in tilt la difesa dell’Inter alla sua primissima da titolare con Gasp. Rapido, tecnico e letale sotto porta. Davanti può ricoprire praticamente tutti i ruoli, dall’ala alla punta. Disciplinato. Uno che non si lascia trascinare dal momento anche se, logicamente, un pizzico di emozione c'è. È inevitabile. In particolare all’esordio in Tim Cup contro la Juve: "È un sogno che è diventato realtà grazie all'Atalanta. Sono felicissimo. Ho incontrato giocatori fortissimi che prima avevo visto solo in tv. Appena entrato, mi sono ritrovato subito Chiellini in marcatura stretta. Ma l'emozione più grande è stata vedere da vicino giocatori forti come Higuain, Dybala, Buffon". Comprensibilissimo. Ricordiamoci che Barrow ha appena 19 anni.


CURIOSITà: DALLA GAMBIA ALLA “NUOVA VITA”

Quando il suo scopritore, nonché attuale agente, Luigi Sorrentino, gli chiese se gli andasse di venire in Italia, Barrow non ci ha pensato mezzo secondo. Sorrentino era convinto di aver trovato il nuovo Kakà, salvo poi vedere il suo assistito avanzato di ruolo e trasformato in attaccante. Musa, da sempre innamorato del pallone. Fin da bambino quando, in cura in ospedale, ne ricevette uno in regalo senza più separarsene. In quel momento realizzò per la prima volta come il suo sogno potesse presto divenire realtà. Ovvero, quello di poter un giorno imitare le gesta di quel Zinedine Zidane idolo incontrastato, tanto da imitarne anche il look. Correva l’estate 2016. Biglietto aereo da Kanifing, distretto della capitale gambiana Banjul a pochi minuti dall’Indipendence Stadium, impianto della Nazionale gambiana che Barrow ha visitato più volte in compagnia del fratello, in direzione Bergamo. Appena 2 anni dopo è già diventato un idolo nazionale in patria. E primo gambiano a segnare in Serie A. Pensate che quando gioca l’Atalanta, tutti gli amici della famiglia Barrow si riuniscono nella casa d’origine della famiglia in Gambia – dove abita ancora la madre, a cui il ragazzo è legatissimo anche a causa della scomparsa prematura del padre - per seguire la partita. Tutti a fare il tifo per la Dea: “L'Atalanta per me è davvero importante e voglio fare tutto il possibile per aiutarla perché mi ha dato una nuova vita". Riconoscentissimo, Barrow. Dal cuore grande. Musa infatti, seppur ora sia in pianta stabile in prima squadra, è sempre pronto a supportare i compagni della Primavera con cui ha condiviso tantissimi momenti indimenticabili: "Prima di ogni partita mando sempre un ‘in bocca al lupo’ ai miei compagni della Primavera. E lo stesso fanno loro con me. C'è un bellissimo rapporto. Ho trovato degli amici veri, come Bolis, il capitano. Vi dirò di più: sono pronto a mettermi a disposizione anche della Primavera. Sarebbe bellissimo qualificarci per l'Europa League con la prima squadra e poi vincere lo scudetto con la Primavera". Ragazzo tanto esuberante in campo quanto pacato fuori. Religiosissimo: musulmano che non trascura le cinque preghiere giornaliere. Ma soprattutto concentrato sui suoi obiettivi. Non certo un tipo da vita mondana, anzi. Pochi grilli per la testa, a parte quando in compagnia dell’agente si reca al ristorante messicano a Bergamo. Per il resto, la maggior parte del proprio tempo lo trascorre in appartamento insieme al suo coinquilino Ebrima Colley, classe 2000 della Primavera nerazzurra.



DOVE PUò MIGLIORARE

Talento ce n'è, e anche tanto. Ma siamo solo agli inizi di carriera. Il ragazzo lo sa ed è volenteroso di migliorare ogni giorno di più grazie ai consigli di chi gli sta accanto. Quel che è certo è che in prima squadra sembra già essersi ambientato alla grande. Si è guadagnato coi fatti la stima dei compagni più grandi. Con Masiello in prima linea: “Siamo seduti accanto nello spogliatoio e mi parla tantissimo, mi dà sempre consigli importanti", raccontò in un’intervista passata Barrow. Anche Gasp stesso ha speso parole importanti per il classe ’98: “È molto tecnico, quando si presenta in zona gol sbaglia veramente poco. Sta facendo bene e in poco tempo sta già imparando molto. Deve giocare un po' di più con noi ma se entra in gioco ha tecnica e capacità di tiro”. Proprio il giocare con la squadra è uno degli aspetti in cui Barrow può migliorare maggiormente. Questione di meccanismi da collaudare, allenamento dopo allenamento. E di feeling coi compagni. Ma se dovesse crescere anche fisicamente nel ruolo di prima punta soprattutto nell’abilità regger palla, accumulando esperienza, diventerà davvero un attaccante completo.



DOVE Può ARRIVARE

Quando Barrow era appena quindicenne, Luigi Sorrentino avrebbe scommesso qualsiasi cifra sul fatto che il ragazzo avrebbe fatto parlare di sé in Europa. Le sue previsioni sono state rispettate. D’altronde, l’agente capì subito che quel ragazzo aveva qualità di gran lunga superiori ai coetanei, in particolare per l’abilità di trovare sempre la porta. 13 gol segnati al primo anno tra campionato Primavera e la Viareggio Cup e 27 reti totali in 30 partite in Primavera in questa stagione ne sono la dimostrazione. Macchina da gol. Fece doppietta anche nell’agosto 2016 quando si presentò in amichevole contro il Seregno, nonostante poi abbia dovuto attendere febbraio per portare a termine tutte le pratiche burocratiche ed essere tesserato. Ora segna e sogna in prima squadra. Perché a 19 anni può essere già considerato un titolare della banda di Gasp. Con l’obiettivo di vivere un finale di stagione in crescendo così da poter essere ancor più protagonista nel prossimo campionato. Sempre che le big italiane ed europee non bussino alla porta dell’Atalanta con un’offerta irrinunciabile. Valorizzando così sempre più l’impareggiabile lavoro svolto dalla Masia d’Italia con l’ennesimo talento lanciato nel grande calcio. Google Privacy