"Mar(s)ching on Together": il Leeds torna a vincere dopo un recupero al cardiopalma

"We love you Leeds, marching on together!". Questa volta, più del solito, l'Elland Road ha dovuto intonare a gran voce il suo inno. Già, perchè all'ingresso in campo prima della partita con il Norwich, il Leeds United aveva solo una possibilità davanti a sé: vincere, per non rimanere nell'abisso in cui si trova da quasi due mesi, quando raccolse l'ultima vittoria. E anche se ci vorrà ancora del tempo per rivedere definitivamente la luce, i Peacocks hanno ricominciato a salire in superficie, conquistando una vittoria al cardiopalma grazie alla spinta dei suoi 37.000 tifosi, accorsi in gran numero per spingere la squadra verso l'alto nello scontro salvezza.
 

 

Marsch, finalmente il primo grido

Raccogliere l'eredità di un'icona calcistica come Marcelo Bielsa non è certamente un compito alla portata di tutti. E dire che Jesse Marsch ci sia già riuscito sarebbe sbagliato, visti i risultati arrivati recentemente. I primi banchi di prova del nuovo allenatore hanno portato due sconfitte, dando continuità alle quattro precedentemente rimediate dall'argentino. Se il nord dell'Inghilterra è conosciuto per essere caratterizzato da un clima buio e freddo, le ultime prestazioni del Leeds United hanno portato nel West Yorkshire il tipico "grime" settentrionale. Tra la rassegnazione di tifosi delusi e le tante contestazioni per l'esonero di Bielsa, però, Marsch ha finalmente riportato la luce sull'Elland Road, proprio quando tutti reclamavano il ritorno dell'argentino.

 

 

Lo ha fatto nel migliore dei modi, vincendo sul campo così come nell'egemonia del gioco. Anzi, probabilmente il risultato porta con sé qualche bugia, dato che il Leeds United ha nettamente dominato nello scontro salvezza contro il Norwich. Una partita conclusa sul risultato di 2-1, ma che non avrebbe avuto niente da nascondere se fosse terminata con quattro reti per i padroni di casa. Basti pensare alle due traverse colpite da Raphinha, o al gol annullato a Daniel James. Marsch, però, è andato contro la stessa sfortuna. Come? Facendo ciò che il suo predecessore sapeva impiegare meglio: una mente da stratega calcistico.

Il recupero al cardiopalma ne è la prova. Dopo la rete del Norwich, arrivata al 91' con McLean, è stata la sua mossa tattica a decidere la partita quattro minuti più tardi, dimostrando come anche lui possa essere degno di sostenere la pesante eredità lasciata da Bielsa. E il grido finale, con i suoi giocatori stretti tra le braccia, è solo la dimostrazione di come l'allenatore statunitense voglia tenere il gruppo più unito che mai. 

Gelhardt, l'uomo (o quasi) più richiesto 

Per fare scacco matto al Norwich, Marsch ha dovuto muovere l'unica pedina quasi mai impiegata da Bielsa. Il nome è Joe Gelhardt, tra i pochi giocatori ad essere rimasti fuori dall'ecosistema principale del Loco negli scorsi mesi. "È come una palla da demolizione umana", disse in una conferenza stampa l'ex allenatore del Leeds, che dopo averlo fatto esordire, però, l'ha tenuto spesso in panchina, anche quando i tifosi invocavano a gran voce il suo nome, dopo il gol realizzato contro il Chelsea e con Bamford fuori per infortunio. D'altronde, lanciare un classe 2002 nella bocca di un vulcano in eruzione può essere pericoloso, ma soprattutto folle. Marsch, però, ha saputo essere più temerario del suo collega, buttando nella mischia Gelhardt nel momento perfetto: subito dopo il gol del Norwich. E poco importa se mancavano solo tre minuti al fischio finale, perchè ci sono certe partite scritte nel destino.

 

  

E così, Gelhardt ha ricominciato a scrivere il suo - di destino. Carta e penna per prendere appunti dalla panchina, poi piedi. Il sinistro, per appoggiare in rete al 95' un assist al bacio di Raphinha, arrivato dopo un'azione potenzialmente pericolosa che sembrava essere ormai sfumata. Nel posto giusto al momento giusto. Proprio sotto il "Don Revie Stand", la curva prediletta dei tifosi dei Peacocks, accorsi in grande numero per non lasciare la squadra da sola nella partita più delicata della stagione. E dopo aver urlato a gran voce il suo nome, per chiedere di vederlo in campo, i tifosi del Leeds United lo hanno fatto di nuovo, celebrando Gelhardt, il vero wonderkid del club di Radrizzani. Il cognome ha connotati tedeschi, ma il DNA è tutto anglosassone. Non è un caso, infatti, che nel West Yorkshire venga considerato il nuovo Rooney. Per Joffy - così chiamato dai suoi estimatori più affezionati - è ancora presto per pensare a paragoni così pesanti, ma intanto può tornare a rendersi protagonista in prima squadra. Talento cristallino e forse ancora acerbo, ma al momento un vero e proprio raggio di sole. Il primo dopo settimane di buio, per consentire al Leeds United di tornare presto a vedere la luce in superficie

A cura di Gabriele Ragnini

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