​Lecce, Perugia e Giacomazzi: capitano in campo, in futuro... "mai dire mai”​

La determinazione e l'impegno sono nel dna di famiglia. Il ruolo, in mezzo al campo, pure. Guillermo Giacomazzi, ex calciatore da ormai tre stagioni, è al lavoro per costruirsi un futuro che gli calzi a pennello. Il piccolo Sebastian, 12 anni, fa lo stesso: centrocampista del settore giovanile del Lecce, già mette in mostra qualità che a Guillermo non sfuggono dalla vista: "Se mi somiglia? Speriamo di no...", scherza l'uruguagio ai microfoni di gianlucadimarzio.com.

Appesi gli scarpini al chiodo, l'ex capitano del Lecce adesso gira il mondo per lavoro: risponde al telefono da un aeroporto, di ritorno da alcuni giorni trascorsi a Torino. E' stato in Sud America a caccia di nuovi talenti, studiando nel frattempo da allenatore. Perché “tutto può tornare utile un giorno, bisogna sapersi formare a 360 gradi”. Adesso, però, un po’ di riposo. Guillermo torna a casa, a Lecce, la città che quasi vent’anni fa lo ha adottato. A godersi la famiglia e le partite di Sebastian, che sulle spalle quando gioca indossa la maglia numero 8.

E la 18 di papà? "Per ora, la porta soltanto nelle partite amichevoli...". Ai tempi in cui papà giocava nel Perugia, Sebastian ha partecipato a un campus organizzato dal Barcellona in Umbria e fu scelto per rappresentare l’Italia in un torneo al Camp Nou, che poteva contare su squadre provenienti da circa 40 paesi e centinaia di bambini selezionati in giro per il mondo. Chi vinse? L’Italia di... Sebastian Giacomazzi.


UN WEEKEND SPECIALE


A proposito di Perugia: questo weekend per Guillermo sarà diverso da tutti gli altri. Avrà un sapore speciale, un profumo che ricorda le stagioni vissute tra campo e spogliatoio, le emozioni raccolte negli stadi di tutta Italia. Domani pomeriggio, al Via del Mare di Lecce, scenderanno in campo Lecce e Perugia, tappe speciali della carriera di Guillermo. La prima stagione italiana, infatti, Giacomazzi l'ha vissuta proprio nel Salento, la terra che poi lo ha adottato e dove ha deciso di trasferirsi con tutta la famiglia. L'ultimo anno da calciatore, invece, risale all'annata 2014-2015: il Perugia era neopromosso in Serie B, Giacomazzi il suo leader indiscusso.

Domani pomeriggio Giaco sarà sugli spalti di quello stadio che, per anni, è stato la sua seconda casa. Undici stagioni in giallorosso, intervallate dalle esperienze con Palermo ed Empoli, e una sola, l’ultima della sua carriera, a 36 anni con il grifone in Umbria. Ricordi indelebili, emozioni indescrivibili. Quelli con la maglia del Lecce sono tanti, troppi. I trionfi in Serie B, le salvezze in Serie A. A Perugia, con il club neopromosso in B, centrò i playoff nell’inedito ruolo di centrale difensivo: “Facemmo un grande campionato, giocai tutta la stagione in difesa e, per questo motivo, mi riuscii a far vedere di meno in zona-gol. Chiusi con un solo gol all’attivo, ma con la squadra facemmo un cammino importante”, spiega l’uruguaiano a gianlucadimarzio.com.

Quel gol, neppure a farlo apposta, è arrivato contro il Bari, in una partita che per Guillermo valeva doppio. “In effetti, i tanti anni vissuti nel Lecce avevano fatto sì che quello per me fosse un derby. I tifosi ospiti non furono molto affettuosi nei miei confronti: la gioia di un gol è sempre grande, specie quando di mestiere non fai l’attaccante. In più, in quella situazione…”. Con i giallorossi, invece, i ricordi più belli riportano Guillermo al 29 gennaio 2012: Lecce-Inter 1-0, gol di capitan Giacomazzi. “Non fu il più bello, magari il più importante. L’atmosfera che si era creata e il fatto che quella rete decise il risultato, però, hanno contribuito a rendere speciale quel momento”.

Quella stagione fu l’ultima in Serie A di un Lecce che, da lì a poco, sarebbe sprofondato in Serie C, nel tentativo - risultato vano per ben cinque stagioni - di vincere il campionato per tornare a sognare in grande. Capitano di quel Lecce era proprio Guillermo: “Vedere oggi i giallorossi al secondo posto in Serie B mi fa gioire, significa che le cose adesso funzionano e che posso sperare di rivedere la mia squadra del cuore in palcoscenici importanti"


IN LEGA PRO CON IL LECCE: "UN TRAUMA"


La doppia retrocessione del 2012 fu traumatica: "Un colpaccio. Nessuno avrebbe mai pensato che la permanenza della squadra in Serie C sarebbe durata così a lungo. Fino all’ultimo momento, quell’estate, non si capiva niente su chi sarebbe rimasto con noi, chi sarebbe andato via e chi, invece, sarebbe dovuto arrivare. Eravamo fortissimi, ma impreparati. E infatti, dopo 4 mesi al top, il calo fisico di gennaio mandò in fumo quanto avevamo fatto prima”.

Dagli errori, però, si impara, e una volta tornata in Serie B la macchina-Lecce sembra funzionare alla perfezione. “E’ merito di Liverani, ma anche dei ragazzi e della società. Quando le cose vanno bene, è davvero grazie a tutti, non si dice mica per caso. Il primo anno di C, qualcosa non funzionò. Oggi vedo una dirigenza solida, un allenatore competente e dei calciatori che in campo si battono per la maglia. Questo è il segreto di un Lecce che, in campionato, è più una vera protagonista che una semplice sorpresa: d’altronde, tolto il Palermo, in campo non si sono visti squadroni finora".

Orgoglioso del Lecce, Giacomazzi approva anche il lavoro di Nesta sulla panchina del Perugia: “Hanno tanti giovani, possono peccare di esperienza ma le scelte che sono state fatte dalla società probabilmente avevano messo in conto pure questo. Mi piace molto la realtà che si sta venendo a creare, così diversa da quella leccese eppure altrettanto entusiasmante. Al Via del Mare, però, sono favoriti i giallorossi: con un’età media vicina ai 30 anni, non può che essere così”.


FALCO E VERRE: GENI A CONFRONTO


In campo, finora, Lecce e Perugia si sono lasciati trascinare dai colpi di genio di Falco e Verre, ex compagni di Giacomazzi quando ancora giocava. Filippo, cresciuto nel settore giovanile giallorosso e in squadra con Guillermo nel 2013, “forse avrebbe meritato di più. La carriera di un calciatore è sempre influenzata da tanti fattori, tra infortuni, sfortune e prestazioni. Non è riuscito ad affermarsi in Serie A, ha preferito ripartire dalla squadra nella quale è cresciuto e, se ora sta rendendo al top, lo deve al fatto che non è più un ragazzino. La promessa Falco è diventata un calciatore maturo, ora è un protagonista e dovrà continuare a migliorare per tenersi stretto il posto da titolare. Con Liverani, nessuno deve dare per scontato di scendere in campo dal primo minuto…”.

Quanto a Verre, il centrocampista cresciuto nel settore giovanile della Roma non è riuscito ad affermarsi in Serie A con la maglia della Sampdoria: “Quella di ritornare a Perugia è stata una scelta coraggiosa, tenendo conto del fatto che sceso di categoria. Partita dopo partita, però, sta raccogliendo i frutti e può contare sul fatto che, rispetto a Falco, che ne ha già 26, a 24 anni ha ancora tanto tempo davanti a sé”.


GIACOMAZZI 2.0: COSA FA OGGI?


Lecce e Perugia hanno segnato l’inizio e la fine dell’esperienza italiana della carriera di Giaco, “ex calciatore” dal 2015 e ora al lavoro per trovarsi un ruolo nel calcio. Magari da dirigente, proprio nel Perugia o meglio ancora nel Lecce, “perché nel calcio non si sa mai. E poi lavorare dove ti senti a casa è sempre meraviglioso”. Prima però occorre fare la giusta esperienza: “Lavoro per l’agente Alessandro Lucci e grazie a lui mi confronto con società di primissimo livello e con gente esperta del mestiere. Mi sto formando sotto diversi punti di vista. Ho anche fatto il corso da allenatore e il prossimo anno ne frequenterò altri che mi aiuteranno ad ampliare le mie competenze”. Voglia di fare e determinazione per riuscirci: la ricetta vincente, a casa Giacomazzi, parte da questi ingredienti.


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