Dal Milan alla Juve: i segreti di un Lecce che non smette di sognare
Non avere paura. Marco Mancosu sale gli ultimi gradini del sottopassaggio che, dagli spogliatoi, conduce al prato del Via del Mare. Dietro di lui, tutti gli altri. Non avere paura, rimbomba lo stadio. Hit del momento quando la senti in radio, undicesimo comandamento per i ragazzi di Liverani. A testa alta, contro la prima della classe, strappano un pareggio che qualche mese fa sembrava impossibile immaginare.
27mila spettatori presenti, sold out dichiarato a poche ore dall’apertura della vendita dei biglietti. Non avere paura, a San Siro contro il Milan come in casa con la Juventus. Due punti nelle ultime due partite, il Lecce ha affrontato tutte le big del campionato (ad eccezione della Lazio) e, nonostante ciò, sfiora già la media di un punto a partita. Davide ferma Golia, privo di CR7 ma pur sempre micidiale.
La ricetta è tutta lì: coraggio, sacrificio e voglia di imporsi. A prescindere dall’avversario, senza tener conto del campo di gioco. Otto punti in classifica dopo nove giornate, sette conquistati fuori casa e solo uno, quello di oggi, davanti ai propri tifosi. Sempre numerosi, diciottomila come minimo, tale è il numero degli abbonati che in estate si sono decisi a guardare il Lecce dalla prima all’ultima partita. Record storico per il club giallorosso, capace in appena di due anni di passare dalla C alla Serie A.
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A Sticchi Damiani il comando della società, a Liverani la guida della squadra: da anni lo stesso copione, con capitan Mancosu che va in gol a prescindere dalla categoria. Già 5 quest’anno, di cui quattro su calcio di rigore. Il Lecce fa girare il pallone, aggredisce e pressa alto. Dal primo all’ultimo minuto, perché diversamente non saprebbe come fare. Giocarsela sempre, a costo di prendersi qualche rischio. Liverani l’aveva detto già a fine estate: “Niente catenacci, proveremo ad imporci contro chiunque”. Detto, fatto.
L’obiettivo salvezza rimane lontano, per raggiungere quota quaranta punti il Lecce deve raccoglierne altri trentadue. Gli ultimi arrivati si devono ancora integrare, Lapadula, Benzar, Imbula e Babacar possono fare certamente di più. Per ora, Mancosu a parte, in questo Lecce non brilla nessuno. Contro il Milan è stato il turno di Calderoni, a Torino quello di Farias, partita dopo partita quello di un gruppo intero che sa come gestire le difficoltà.
“Ognuno, nello spogliatoio, ha una qualità che può tornare utile alla squadra”, ha spiegato Liverani nella conferenza stampa pre-Juve. “Non avremo un allenatore in campo, questo è vero, ma quando c’è da alzare l’asticella ognuno sa cosa fare. Ed è molto meglio così”. La forza dei giallorossi è tutta lì, negli sforzi di Mancosu, Tabanelli & Co. Arrivati al Lecce in C per rilanciarsi, oggi ancora indispensabili nell’undici di Liverani. Non per qualità, non per forza fisica, ma per quell’abitudine a provarci sempre, a non mollare mai. A non avere paura.
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