Lazio, Lotito: "Futuro di Milinkovic e Alberto? Vedremo, teniamo solo chi ha voglia"

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Il presidente della Lazio Claudio Lotito è pronto ad affrontare un'altra stagione alla guida de club biancoceleste. Con una vittoria già portata a casa. Riuscire a trattenere a Roma Inzaghi e Tare, infatti, non è stato affatto facile, e il presidente li ha convinti esponendo loro un progetto serio: "Era naturale che restassero. Sono qui da tanti anni e i rispettivi cicli non sono finiti".

Nella lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport Lotito ha ricordato gli anni che hanno portato Inzaghi a sedersi sulla panchina della Lazio: "Galliani nell'estate 2014 aveva affidato la panchina del Milan a Pippo Inzaghi. Mi suggerì di mettere Simone in panchina, ma non era ancora pronto". Due anni dopo arrivò il momento, dopo la parentesi Bielsa: "Con l'allenatore argentino non c'era dialogo. Chiedeva giocatori e il giorno dopo cambiava idea. Alla fine non lo ressi più e gliene dissi quattro. Lui protestò dicendo di non essere mai stato trattato così da nessuno. Io gli risposi 'io non sono nessuno, sono Claudio Lotito'. Finì lì". "Chiamai Inzaghi che era a Milano Marittima - prosegue Lotito - gli dissi che doveva firmare il contratto. Pensava fosse quello della Salernitana e invece...".

Sul possibile addio di Milinkovic, Lotito è categorico: "Alla Lazio teniamo solo chi ha il piacere di restare. Se il giocatore manifesterà l'intenzione di intraprendere nuove avventure noi non ci opporremo". Stesso discorso per Luis Alberto: "Se resta? Vediamo, se c'è una cosa che nel mondo del calcio non manca sono i giocatori".

Tra un mese Lotito festeggerà 15 anni da presidente della Lazio, tra orgoglio e qualche rimpianto: "L'acquisto di Zarate fu un investimento sbagliato in relazione ai risultati prodotti. Il colpo a cui sono più affezionato è Rocchi. Perchè è stato il primo di un certo spessore". Bocciata, invece, la Super Champions: "Bisogna ripartire da zero. Non apportando qualche modifica, ma ricominciando dall'inizio. Bisogna riaprire un tavolo ascoltando le necessità e le proposte delle Leghe europee. Si deve avere un progetto condiviso".

L'intervista completa è su La Gazzetta dello Sport di oggi

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