Poker, il Papu e gli esterni: questa Atalanta sogna lo Scudetto
Lo Scudetto non sarà l’obiettivo iniziale, ma dopo un avvio così tirarsi indietro è difficile. Gian Piero Gasperini - alla vittoria numero 100 con l’Atalanta - davanti ai giornalisti ancora non lo ammette, eppure in cuor suo ne è consapevole. Terzo posto la scorsa stagione, stesso piazzamento l’anno prima. Adesso i nerazzurri sembrano davvero pronti per lottare fino in fondo. E il poker alla Lazio, come se non bastasse, ne è una nuova testimonianza.
Mai nella sua intera storia in Serie A, l'Atalanta aveva segnato almeno 4 gol sia nella prima che nella seconda partita giocata in campionato. Un avvio da record per una macchina ormai (quasi) perfetta. Lo scorso anno le reti stagionali erano state 116, in 120’ di campionato sono già 8. All’Olimpico c’è il riassunto delle idee su cui a Zingonia si lavora da quattro anni: corsa continua, pressione costante, intensità e anche una certa spietatezza. La squadra di Inzaghi ha le sue occasioni ma non le sfrutta (vedi Immobile nella ripresa), quella di Gasperini segna a raffica perché non perdona neanche un errore.
Quasi un anno fa il primo tempo era terminato con lo stesso risultato (3-0), l’unica volta – sempre negli ultimi quattro anni – che i biancocelesti avevano chiuso all’intervallo con uno scarto tanto ampio. La differenza è che stavolta l’Atalanta la partita la mette in cassaforte, un altro segnale di crescita rispetto a dodici mesi fa.
Super Gomez
Crescita che passa per i suoi interpreti. Come il Papu Gomez, non più vincolato soltanto a un ruolo e libero di spaziare su tutto il fronte offensivo. Un gol da opportunista, uno da campione: l’argentino, respinte le sirene di mercato, ha ripreso da dove avevo finito lo scorso anno. E nella giornata in cui Ciro Immobile viene premiato dalla Lega di A come miglior attaccante del 2019/20, l’ex Catania ricorda perché lui invece è stato votato miglior centrocampista. Decisivo non più soltanto con gli assist (14 lo scorso anno), ma ora anche con i gol.
Per la prima volta in carriera ha segnato in entrambe le prime due partite. E la Lazio, con 6 reti, è diventata anche la sua vittima preferita. Tanto è passato dal 4 novembre 2012, giorno della prima doppietta in Serie A. L’avversario era sempre lo stesso, lui no: non era ancora il giocatore che oggi trascina l’Atalanta e sogna con lei.
Sulle ali degli esterni
Poi ci sono gli esterni, la chiave del metodo gasperiniano. L’Atalanta viaggia da quinto a quinto: sponda di Hateboer per Gosens in occasione del vantaggio, cross di Gosens per Hateboer sul raddoppio nerazzurro. Due giocatori arrivati da sconosciuti ed esaltati dal gioco dell’allenatore di Grugliasco.
Sbarcati dall’Olanda, sono arrivati entrambi fino alla Nazionale. Gosens, che alla Lazio aveva fatto gol anche nel 3-2 post lockdown, nella scorsa stagione ha segnato (9) e fornito assist (8) più di ogni altro giocatore del suo stesso reparto in tutta Europa. E anche Hateboer, dopo qualche ombra lo scorso anno e la partenza di Castagne direzione Leicester, è ripartito alla grande con due reti di fila. Un altro dato? In tre anni solo Kolarov, oggi all’Inter, ha partecipato attivamente a più gol dei due esterni nerazzurri.
È l’Atalanta di Gasperini che squarcia il silenzio assordante dell’Olimpico con la qualità del suo gioco spettacolare. È l’Atalanta che non può più nascondersi per lo Scudetto.
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