L'amicizia con il presidente Serena, la scalata fino alla C e l'obiettivo nuovo stadio. Busolin racconta la realtà Mestre: "M'ispiro al Cittadella"
Fino a qualche anno fa il futuro del Mestre sembrava un rebus difficile da risolvere. Il fallimento, la ripartenza dalla Terza Categoria e una stabilità ancora da trovare. Tutti ostacoli superati, perché oggi la società arancio-nera è una delle sorprese del girone B di Serie C: “Siamo contentissimi di quello che abbiamo fatto finora. Ci dispiace per i punti persi per strada perché potevamo essere ancora più in alto, ma va benissimo così”. E’ felice Enrico Busolin, responsabile tecnico del Mestre. E guai a chiamarlo già direttore sportivo… ‘la prossima settima darò l’esame per diventarlo’. Intanto però spiega in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com i segreti di questa partenza: “Il mister che in ogni allenamento si inventa qualcosa di nuovo per fare rendere al meglio la squadra, e soprattutto la volontà dei ragazzi di mettersi a disposizione completa dell’allenatore, con dedizione e sacrificio”. Tutti uniti verso un unico obiettivo, che per ora rimane sempre la salvezza ‘poi se dovessimo continuare a stare lassù ancora per molto potremmo pensare ad altro’.
Serietà e programmazione: questi gli ingredienti per fare bene. Parola di Busolin, che in estate ha modellato una squadra competa ed equilibrata: “Abbiamo lavorato come fatto già l’anno precedente. In base alle esigenze del modulo scelto dal mister abbiamo preso elementi che secondo noi sono in grado di accrescere il valore della rosa. Abbiamo tenuto 10 giocatori della scorsa stagione a cui abbiamo affiancato giovani ed elementi di esperienza”. Un mix perfetto, anche se a volte si fa troppo presto a sparare giudizi ‘soprattutto con i giovani, bisogna avere pazienza. Possono commettere errori ed ingenuità, ma non bisogna etichettarli al primo errore’. Lo sa bene Busolin, che ha come punto di riferimento un modello societario che fa proprio dei giovani uno dei suoi punti di forza: “Mi piace molto il modello del Cittadella. Hanno un presidente equilibrato, non fanno mai il passo più lungo della gamba e sono bravi nel valorizzare i giovani. Pochi proclami e concretezza: per questo mi piace”.
Società seria e senza fronzoli, un po’ come lo stesso Busolin, partito 10 anni fa come dirigente di una società di terza categoria e arrivato in Serie C con la forza del lavoro: “Devo ringraziare il presidente Stefano Serena che mi ha dato questa opportunità due anni fa, iniziando come team manager”. Stima reciproca nata quando i due erano ancora bambini. Due vie dello stesso quartiere a dividerli da quando avevano appena 10 anni e un’amicizia coltivata nel tempo fino alla collaborazione lavorativa nel Mestre: “E al momento penso solo a questa società, già penso a come potrà essere tra 6 mesi o un anno”. Il primo passo per capirlo è chiedere come interverrà nel mercato di gennaio: “Dobbiamo valutare la situazione di un paio di ragazzi che hanno subito degli infortuni, in base a quello decideremo il lavoro da fare”. Avrà molto a cui pensare quindi Busoli, e poco tempo da dedicare ai suoi hobby: “Il calcio mi toglie quasi tutto il tempo, ma il lunedì è un appuntamento fisso con il calcetto”. Diviso tra famiglia, passione e il Mestre, che potrebbe presto avere una nuova casa: “Il presidente ne sta parlando con le istituzioni, è triste rendersi conto che sono due anni che non giochiamo in casa”. Un altro obiettivo segnato su un’agenda già molto fitta di impegni. Ma il Mestre non ha tempo da perdere, vuole recuperare il tempo perduto.