Lacrime agli occhi e cuore in mano, lontano 1000 km: la lettera di un tifoso del Catania
Nel giorno della gara d’andata della semifinale playoff tra Siena e Catania, riceviamo e pubblichiamo la lettera di un tifoso rossazzurro che rappresenta al meglio lo stato d’animo dei tifosi catanesi.
“È la settimana più ansiosa degli ultimi anni. Lo è perché gioca il mio Catania e questa squadra non regalava emozioni così da tanti anni. All’improvviso riassaporo le sensazioni di un tempo - perché i problemi degli anni successivi erano ancora troppo lontani per mettere in conto che ci saremmo ritrovati a tifare anche razionalmente. Decidendo quando andare allo stadio e quando no, quando tifare a gran voce o farlo in modo contenuto.
Riprovo le emozioni da obiettivi importanti da raggiungere, da partite da vincere senza sé e senza ma. Oggi tutto sembra più bello. Nei cuori è tornata la voglia di sostenere il Catania in tutte le forme: chi lo fa con un post, chi con un video d’incoraggiamento, chi ricordando momenti di gioie calcistiche passate, altri ancora portando con se o indossando di nuovo qualcosa di rossazzurro. C’è addirittura chi lo farà raggiungendo Siena da ogni parte d’Italia in rappresentanza di chi non potrà esserci.
Oggi, dopo troppo tempo, è finalmente questa voglia a prendere il sopravvento su paure e scetticismi. Stamattina al risveglio la prima cosa pensata indovinate quale sia stata: oggi è il giorno di un’altra battaglia. Apro Facebook, termometro sociale massimo dei giorni duemila, e mi accorgo di non essere il solo ad avere un pensiero fisso, un’ansia continua, il desiderio di esultare per uno o un altro gol ancora. Stasera e domenica, andando per step. Ho letto stati che trasmettono una carica incredibile, l’ambiente ci crede davvero ed è quello che personalmente chiedo di fare alla squadra, ad ogni calciatore, ad uno ad uno: di lottare come dovessero difendere qualcosa di preziosamente loro.
lo chiedo con le lacrime agli occhi, con il cuore in mano. Chiedo all’uomo che c’è in ognuno di loro di credere nel sogno chiamato Serie B, adesso più che mai, e prometto - mi permetto di farlo a nome dell’intera città- che anche noi tifosi faremo di tutto per difendere questi colori. Desideriamo vedere l’attaccamento alla maglia in campo, come noi lo dimostreremo sugli spalti. Anzi, stasera lo faremo davanti le tv e gli schermi dei pc, radunati in gruppi a casa di amici, per le strade del centro e della provincia, e anche nei salotti della Catania per bene. A mille chilometri di distanza. Perché anche questa volta ci è stato impedito di seguire la nostra squadra in trasferta, in un momento delicato come questo. Nessuno può capire che rinuncia sia, nessuno che non abbia il rosso e l’azzurro nel cuore.
Siamo gente per bene, lo scrivo e sottoscrivo. Lo urlo a
gran voce anche a nome di tutti quelli che, dalle lezioni del passato, hanno
imparato. Adesso siamo una tifoseria matura, solida, dai sani principi. Noi,
gente del sud, potremmo solo essere un esempio di partecipazione e una
manifestazione vivente di amore verso uno sport troppo spesso costretto a far
spazio a tensioni che col calcio hanno poco da spartire. E con questo, torno
alla mia preghiera, a quella rivolta a Capitan Biagianti, a Marchese, a Lodi, a
mister Lucarelli - che sanno bene cosa voglia dire giocare o allenare il
Catania - affinché stasera e domenica possano mettere in campo, ora come non
mai, più di quello che sia già stato fatto: con tutto l’amore che hanno dentro.
Sogniamo Pescara e per quanto lo stadio “Adriatico” sembri ancora un miraggio,
è il nostro orizzonte. Il nostro unico obiettivo. Avanti Catania”.
Andrea B.