LA Galaxy, (il solito) Ibrahimovic si presenta: "Sono come Benjamin Button, mi sento sempre meglio. Due anni fa volevo essere già qui, sul Mondiale..."
ZLAtan, il capitolo americano può ufficialmente prendere il via. Ibrahimovic è pronto a vivere una nuova avventura in MLS, con la maglia del Los Angeles Galaxy: dopo aver risolto consensualmente il contratto che lo legava fino a fine stagione con il Manchester United, lo svedese ha raggiunto la California nelle ultime ore per unirsi alla sua nuova squadra, presentatosi alla stampa e ai suoi nuovi tifosi nella serata odierna con il solito, inconfondibile stile.
"Grazie per essere venuti qui: voglio ringraziare tutti, la proprietà, l'allenatore. Ho sentito i dirigenti più di mia moglie in questo periodo... Tutto questo avrebbe dovuto accadere due anni fa prima di arrivare allo United, la mia testa era qui, ma non è stato così: ma finalmente sono qui, il destino me l'ha detto, Los Angeles mi ha chiamato e ho risposto. Ho voglia di giocare e molto esaltato dall'idea di riannusare il profumo del campo dal calcio. Mi sento come Benjamin Button: sono nato vecchio e morirò giovane, sto sempre meglio. So cosa sono in grado di fare: sono qui per vincere, ho portato qui la mia famiglia. Sono pronto a conoscere i miei compagni, l'allenatore: il leone è affamato".
Sul suo stato fisico e sulla MLS, poi: "Gli ultimi due mesi ho ricominciato a giocare, facendo 6/7 gare, ma non mi sentivo pronto: ho fatto un passo indietro. Sono qui non perchè sono Ibrahimovic, ma per portare risultati: voglio fare qualcosa per dare qualcosa. Mi sono allenato anche più duramente, facendo un passo indietro: ho iniziato a vedere le cose da un altro punto di vista, sia che Mourinho mi "vedesse" o meno. Se non vinco vedo tutto come un fallimento, una delusione, faccio tutto per vincere: sono qui per vincere e sono sicuro che ci riuscirò. Sono disponibile, ho tanta adrenalina dentro: vedremo, inizieremo passo dopo passo. Non sono qui per una partita ma per la stagione, se l'allenatore vorrà ci sarò per tutta la gara, per un minuto: sono qui per aiutare. Beckham venne qui per costruire qualcosa, Keane e Gerrard anche: il campionato credo siamo molto competitivo, sta crescendo molto, anche a livello di interesse. Vedo grande potenziale nell'MLS. Mi sento come un bambino che vuole le caramelle e le cerca, così vale per me ora con il pallone: seguirò la filosofia del coach, il successo arriva lavorando insieme. Sono stato in tutte le squadre che ho girato grazie al mio lavoro".
Dal tema mondiale all'infortunio: "Il Mondiale? Penso ai Galaxy ora: nessuno ha bisogno di chiamare nessuno, se vogliono sono qui. Qui non devo dimostrare niente: vi ho detto, sono come Benjamin Button. Ero in Premier, il campionato più competitivo al mondo. I miei haters sono diventati miei fan, per questo ho accettato la sfida di andare in Premier, dove non ero mai stato: la gente diceva che non ce l'avrei fatta ad avere successi in Inghilterra a 35 anni, che arrivavo in sedia a rotelle. Poi volavo... So che giocatore sono, non devo dimostrare nulla: dovevo farlo al Malmoe e all'Ajax, non ora. Sono qui a LA perchè semplicemente l'ho voluto e so cosa poter dare: quando ero fermo sul letto dopo essere stato operato sentivo il mio corpo scuotersi dentro, volevo allenarmi. Solo i leoni possono far male a se stessi".
Sulla carriera europea e su Juventus-Milan, infine: "Rimpianti? Tutto quello che ho fatto in Europa l'ho fatto, ho vinto 33 trofei, ho giocato nei migliori club e con i migliori giocatori: sono fortunato. Ciò che ho fatto era destino succedesse, me lo porto qui. Juventus-Milan? Allegri sa cosa deve fare per vincere, ha vinto prima con il Milan e sta vincendo ora con la Juve: ora ha più esperienza. Rino lo conosco come compagno: non devi spiegare a Gattuso come devi vincere, sa come farlo. Ha tanta fame, sono contento per lui e per il club: è un grande, ti stimola dentro e fuori dal campo. Se vado in guerra me lo porto, pochi sono come lui: spero sia una bella partita domani".