La dieci, il Milan e la Nazionale: intervista a Manuela Giugliano
“Una maglia come quella del Milan va onorata non per novanta, ma per novantacinque minuti”. La calma e la pacatezza con cui si presenta la centrocampista del Manuela Giugliano, riguardano solo la sua vita privata. Perché in campo, la giovane trequartista, di carattere e carisma ne ha da vendere. E si spiega con il curriculum che vanta tra club e Nazionale, nonostante i ventun anni compiuti poco più di un mese fa.
La carriera della promettente trequartista inizia quando è piccola nel suo paese, Istrana: “E’ grazie a mio padre e mio fratello che mi sono innamorata del pallone. Mamma ha provato a dissuadermi con la pallavolo, ma usavo più i piedi delle mani; è da allora che il pallone non l’ho più lasciato”.
Le giovanili coi maschietti, la chiamata del Barcon in Serie C, la prima convocazione con l’Under 17 per un raduno a Norcia. Poi il Pordenone in Serie A e un incredibile Mondiale in Costarica… “Un ricordo indelebile colorato d’azzurro. Nella partita conto il Venezuela per il terzo e quarto posto segnai un gol assurdo: un tiro da fuori che finì sotto la traversa. Ne realizzai altri tre, ma quello mi diede un’emozione inspiegabile”.
Un successo dietro l’altro per Manuela, ma anche un periodo negativo, superato grazie all’amica Melania Gabbiadini: “Dopo l’esperienza a Pordenone mi sono trasferita all’Atletico Madrid, ma dopo tre settimane mi sono resa conto che il passo era stato troppo avventato e non ero ancora pronta per il calcio estero. Tornai e a Verona fu Melania a darmi una mano a uscire da un momento negativo”.
Oggi la crisi è un ricordo lontanissimo e l’allenatrice rossonera Carolina Morace potrà contare sulle qualità della giocatrice veneta a partire da sabato, quando la squadra andrà in trasferta a Bari per la prima giornata di un campionato competitivo e difficile. Che per affrontare al meglio, secondo la Giugliano, serviranno tre cose fondamentali: “Dovremo essere brave a formare un gruppo di cui sentirci parte, a dare il massimo in campo e a onorare la maglia di un club che tutto il mondo rispetta”.