Casa Di Marzio, Keita Baldé: "Vi racconto la mia giornata tipo. Lukaku? Un esempio"
Intervenuto a Casa Di Marzio, Keita Baldé ha parlato di tanti temi e raccontato vari aneddoti della sua carriera. Doveroso però partire da una riflessione sulla situazione attuale dovuta al Coronavirus: "Purtroppo è una situazione delicata in tutto il mondo. Ho alcuni parenti in Spagna, altri in Senegal. Io sono a Montecarlo con la mia compagna ed il mio bambino. Qui c'è grande organizzazione, la gente segue i consigli e le norme. Ascolto della situazione complicata in Italia e Spagna, speriamo si possa risolvere al più presto possibile per tornare alla normalità". Keita parla della sua giornata tipo vissuta in casa in questo momento di emergenza: "Mi sveglio presto, come da routine quando dovevo svolgere l'allenamento. Faccio un'ora e mezza d'allenamento: 45 minuti di cyclette, poi la forza. È un programma che ci manda lo staff tecnico del Monaco, è un programma personalizzato per tutti. Poi nel pomeriggio mi rilasso un po', faccio la siesta e gioco con mio figlio".
E sulla donazione di 50 mila euro fatta per aiutare due città in Senegal: "Sono una persona che fa quel che può per la famiglia, gli amici e le persone a cui voglio bene. Questa donazione l'ho fatta con tutto il cuore, bisogna fare le cose senza aspettare che ti cerchi qualcuno. Ho provato a dare il meglio di me stesso. Sono cresciuto in Italia, ho fatto tanti anni alla Lazio ed un anno intenso all'Inter. Mi piace conoscere le cose nuove, compagni nuovi. Questo fa parte della vita, così posso crescere in tutti gli aspetti. Forse in futuro potrei tornare in Italia. Qualche richiesta dall'Italia? Ci sono sempre, però poi se non sono andate a termine è perché doveva andare così. Poi vedremo tra qualche anno come andrà. Bisogna prendere come esempio Lukaku per come si è integrato anche con la lingua italiana".
Il senegalese ripercorre le sua avventure all'Inter e alla Lazio. Non dimenticando gli esordi con il Barcellona: "Mi è dispiaciuto che l'esperienza in nerazzurro sia finita dopo un anno. Ero andato lì sperando di restare più tempo, ma mi porto dentro quando fatto. Magari in un futuro... C'era gente che conoscevo da prima come Candreva e De Vrij, altri ho giocato contro di loro. Sono rimasto in contatto anche con Gagliardini e D'Ambrosio, ma anche con tanti altri". poi un pensiero sulla squadra della Capitale: "Alla Lazio sono stato sette anni, è una squadra che rispetto tantissimo. Lì ho iniziato la mia carriera da professionista, ho vinto anche uno scudetto con la primavera. Lazio e Inter, squadre in cui ho giocato, le rispetto così come il Milan. Il Barcellona prima ti crea e ti considera come persona, poi viene il giocatore. Non è fortuna che escano così tanti giocatori buoni da quel vivaio, significa che qualcosa di buono la fanno. So che giocatori ho visti, come Icardi, Delofeu, Bartra, Sergi Roberto, Dos Santos e Bellerin. Generazioni imbarazzanti, sembra che escano come patatine".