Kakà: "Al Real non andò bene per due motivi: gli infortuni e Mourinho"
Un giocatore con una classe sopraffina, un talento cristallino e un'umiltà e una pacatezza non comuni. Ricardo Kakà, dovunque è andato, nella sua carriera, ha sempre lasciato ottimi ricordi di sé. E anche a distanza di anni quando ritorna a raccontare episodi della sua carriera, magari non proprio eccellenti dal punto di vista personale, ha una calma, una serenità e un'oggettività non comune che fanno sì che l'uomo, prima ancora che il calciatore, venga apprezzato per le sue qualità. Ecco le sue parole, dal rapporto difficile con Mourinho a quello con Ronaldo, ma anche un retroscena sul suo addio al Real Madrid nel 2013:
"Il mio problema a Madrid è stata la continuità. Prima per i problemi fisici e poi per le scelte dell'allenatore. Ho passato tre anni cercando di convincere Mourinho che potevo essere importante per la squadra e dare il mio apporto in campo, ma lui aveva altre idee. Era una decisione sua quella di non farmi scendere in campo con regolarità. Quello che potevo fare io era essere un professionista esemplare e farmi trovare pronto. Il mio orgoglio è che anche a distanza di anni, a Madrid mi accolgono tutti a braccia aperte. E il fatto che per Florentino sono stato uno dei giocatori più professionali che siano venuti a Madrid, mi fa molto piacere".
Ma sul suo rapporto con Mou ammette che "non c'è nessun problema tra noi. Qualche tempo fa ero a Manchester per un evento pubblicitario e alloggiavo nel suo stesso albergo e abbiamo chiacchierato assieme per due ore. Siamo stati in disaccordo in alcuni momenti quando ero a Madrid perché io ritenevo di poter giocare, ma lui non la vedeva così, ma devo ammettere che sono sempre stati disaccordi rispettosi. Mi ha detto che non avrei giocato perché per lui il titolare nel mio ruolo era Özil
Mourinho è così come lo si vede in televisione o era diverso nello spogliatoio? E' come lo si vede davanti alla telecamera. Ha i suoi momenti esplosivi, ma è una persona davvero intelligente. Pensavo che avesse torto. Ma la squadra alla fine giocava bene e vinceva. Abbiamo vinto una Liga e abbiamo raggiunto le semifinali di Champions League".
E sul rapporto con Cristiano Ronaldo: "E' veramente un giocatore diverso, un fuoriclasse. Mi ha sempre aiutato molto e nelle interviste mi incoraggiava. I compagni vedevano i sacrifici che faceva per giocare. Non ho mai avuto un problema con lui. Ad essere sincero, nel corso della mia carriera non ho mai avuto problemi con nessun compagno di squadra.
L'addio al Real? Nel 2013-14 quando Ancelotti arrivò a Madrid Florentino gli disse che voleva rinnovare la squadra, lui venne da me e con grande sincerità mi disse che il presidente aveva questa intenzione e che avrei potuto trovare poco spazio. Io la presi bene perché era stato sincero e come lui con me anche io con lui, gli dissi infatti: "Io voglio giocare il Mondiale del 2014, devo avere continuità" L'opzione migliore era proprio quella di partire".