Nel segno di Andrea (e Dejan): Verona si gode Favilli, la Juve Kulusevski
C’è chi la Juve l’ha accarezzata, sfiorata, solo percepita. C’è chi se la sta invece godendo. C’è Favilli da un lato, Kulusevski dall’altro: protagonisti di due inizi di campionato di alto livello. E di una partita, all’Allianz, che regala emozioni e un 1-1 tra Juventus e Verona con rimpianti (più juventini) e soddisfazioni (più veronesi).
Favilli, già. Quell’attaccante che dal bianconero dell’Ascoli nell’estate del 2018 passò a quello di Torino. Toccata e fuga: una tournée con Allegri, poi la decisione di un prestito. Le squadre interessate erano tante, la spunta il Genoa. Dove resta due anni (il riscatto è del febbraio 2019): gioca meno di quello che si sarebbe aspettato, e non riesce a incidere quanto avrebbe voluto. Un solo gol, proprio a Torino: in Coppa Italia contro il Toro (che lo ha pure cercato) lo scorso anno. Poi poco altro. Eppure cresce e a un certo punto arriva la chiamata. “Sono Ivan, vieni da noi?”.
La chiamata di Juric
Juric lo ha già allenato proprio a Genova, sa che con lui può fare qualcosa di buono. Lo porta a Verona, dove arriva a metà settembre. Dopo 10 giorni scende in campo e segna la sua prima rete, decisiva, con l’Udinese: 1-0, finalmente. Ecco, Favilli: attaccante di 23 anni che ha già passato l’esperienza della rottura di un crociato ma che non si arrende per nulla. Si è visto. Sfiora la Juve, accarezza la gioia di vincere a Torino con un suo gol. All’Allianz entra e segna: dopo 2’ lascia il campo per un guaio muscolare. Una manciata di secondi in campo, di fatto, e si dimostra decisivo. Di nuovo.
Metafora di quello che Andrea al momento è, e di quello che può diventare, se troverà la giusta continuità. La rete è un tiro da attaccante vero: a sfondare la porta difesa da Szczesny. Esultanza a metà per lui ("Ma non deve perdere in autostima", gli dice l'allenatore), con un Verona che esulta un po’ di più perché la scommessa di D’Amico (e Juric) si sta dimostrando molto interessante.
Sotto il segno di Dejan
Scommessa, sì, lo è anche Kulusevski. No, anzi. Lo era. Per Pirlo è un titolare fisso: dove lo metti, fa qualcosa di buono. Gol all’esordio contro la Sampdoria; rete scaccia incubi con il Verona. “Tiene a galla”, si dice. Anche se la Juve ha davvero tanto da rammaricarsi: due traverse prese, un gol per fuorigioco millimetrico annullato a Morata (uno anche a Colley, a onor di cronaca) e una quantità di tiri parati, bene, da Silvestri. I tre punti non arrivano, il lavoro da fare è tanto. Pirlo ha lo sguardo già volto alla partita col Barcellona di mercoledì, Juric ha invece il pugno stretto. Un po' per nervosismo per alcune parole di troppo che si è sentito dire, un po' per esultare per il pareggio. Se l’è sudato fino all’ultimo secondo.
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