Juventus, Higuain ammette: "A Torino ho trovato il punto di tranquillità mentale della mia vita, ho capito di aver fatto la scelta giusta"
22 reti in 32 partite in tutte le competizioni con la maglia della Juventus per Gonzalo Higuain, arrivato in estate in bianconero proprio per vincere la Champions League. E alla vigilia della sfida con il Porto, il Pipita ha parlato così ai microfoni de "La Stampa", partendo dalla filosofia bianconero che lo ha letteralmente conquistato: "Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta: non è una frasetta, ma l’esempio più chiaro dell’essenza di questa squadra. Arrivi in un modo, e non è che ti cambiano, ma cercano di migliorare il tuo punto debole. E poi ci sono tanti collaboratori, che non sbagliano mai, e tu devi solo preoccuparti di giocare: è una cosa fondamentale". Un Higuain arrivato da poco più di sei mesi a Torino ma che già sente casa sua: "Mi sento felicissimo, per l’affetto che mi danno i compagni, i tifosi, la società, la città: mi sento parte di loro. E ho capito di aver fatto la scelta giusta. A 29 anni ho trovato il punto di tranquillità mentale della mia vita, nel lavoro e fuori. Gioco in una squadra che lotterà per la Champions e ho trovato una città bellissima, nella quale mi piace da morire passeggiare". Una scelta di portarlo a Torino da parte della dirigenza bianconera proprio per imporsi anche in Europa: "Non sento nessuna pressione. Anzi, per me è un privilegio sapere che mi hanno preso pensando di vincere in Europa. Possiamo arrivare in fondo, ma dobbiamo stare tranquilli". Primo obiettivo sarà superare il Porto dove incontrerà il suo ex portiere al Real, Iker Casillas: "Qualche volta ci parliamo, l’altro giorno mi ha stuzzicato sui social, ma abbiamo un buon rapporto. E poi fa sempre piacere fare gol ai grandi portieri". L'importanza di aver giocato con due dei più grandi portieri della storia: "Giocare con i più forti ti fa migliorare, è logico. Chiunque tu sia, puoi sempre imparare. Basta guadare Gigi". Un Gonzalo Higuain sbarcato a Napoli dal Real Madrid, club in cui arrivò da giovanissimo e con la possibilità di ammirare una leggenda madridista come Raul Gonzalez Blanco: Ho imparato da lui, certo, da Van Nistelrooy, Cassano, Ronaldo, anche se lo vidi per appena un paio di mesi. Quando hai 18-19 anni e puoi giocare con grandissimi campioni, è un gran privilegio. Guardare quel che fanno e sentire quel che dicono, serve". Da ex compagni di reparto grandissimi a uno attuale che lo sta diventando, Paulo Dybala: "Sa leggere molto bene la partita: insomma, vede il calcio come sanno fare i grandi, anche se è giovanissimo". E sul paragone tra la Joya e Messi: "Odio i paragoni, allora dico che Dybala deve diventare Dybala, uno che ha il potenziale per essere tra i migliori del mondo. Ma bisogna lasciarlo stare". E infine sulla sua nuova casa: "Giocare allo Stadium è spettacolare. Prima di entrare in campo vedi le foto di Platini, Baggio, Zidane, Del Piero e ti dici: “con la stessa maglia posso non dare il massimo?”.