Il comunicato della Juventus su Fagioli: "Forniremo supporto al ragazzo"
La Juventus ha rilasciato un comunicato ufficiale riguardo la situazione che vede coinvolto Nicolò Fagioli. Il calciatore si era autodenunciato per quanto riguarda il caso scommesse che vede coinvolti diversi calciatori italiani e di Serie A, dopo aver optato per il patteggiamento patteggiamento, ha ricevuto una squalifica di 12 mesi: sette mesi per l'attività sportiva e 5 dei quali commutati in prescrizioni alternative. Il classe 2001 ha anche ricevuto un'ammenda di 12.500 euro. Inoltre, dovrà partecipare ad un piano terapeutico della durata minima di 6 mesi e ad un ciclo di almeno 10 incontri pubblici.
Il comunicato della Juventus
In seguito, il comunicato della Juventus sul caso Fagioli:
"La Società prende atto del comunicato ufficiale della FIGC n°177/AA e conferma il suo pieno appoggio a Nicolò Fagioli nell’affrontare questo percorso, fornendo al ragazzo il necessario supporto nello svolgimento del piano terapeutico indicato e, come espressamente previsto nell’accordo, collaborando con la Federazione anche per individuare i cicli di incontro previsti. Siamo fermamente convinti che Nicolò, con l’appoggio della Società, dei compagni di squadra, dei familiari e dei professionisti che lo assistono, affronterà con grande senso di responsabilità il percorso terapeutico e formativo e, una volta scontata la squalifica, potrà tornare a competere con la dovuta serenità".
La squalifica, per il giocatore, partirà nella giornata di domani, 20 ottobre. Tuttavia, il giocatore bianconero potrà svolgere gli allenamenti con la squadra di Allegri, in quanto dipendente della società.
Insomma, mentre potrà allenarsi alla Continassa insieme ai suoi compagni di squadra, Fagioli naturalmente non potrà partecipare alle competizioni ufficiali della Juventus. Dovrà quindi attenersi alle direttive della società bianconera. In questo momento infatti il centrocampista è un lavoratore subordinato che dovrà seguire le prescrizioni, frutto dell'accordo di patteggiamento con la Procura Federale