Fabio Miretti raccontato da papà Livio: “È un ragazzo speciale. Spero diventi una bandiera della Juventus”
“Fabio è un ragazzo impulsivo. A volte lo è anche troppo, si arrabbia in campo quando non dovrebbe e glielo dico sempre (ride, ndr). Non mi sarei mai aspettato un esordio del genere con tanta personalità, sembra che non riesca a percepire emozioni quando entra in campo”. Questo è Fabio Miretti, che domenica 1 maggio ha esordito da titolare con la maglia della Juventus a 18 anni. Il centrocampista bianconero ha la classica faccia da bravo ragazzo, con quello sguardo di chi conosce il proprio destino che affronterà con la tranquillità di un veterano quando invece è solo giovane appena maggiorenne.
A raccontare il vero Fabio Miretti è papà Livio, che in esclusiva su gianlucadimarzio.com svela i segreti del nuovo talento del calcio italiano. “Lo avevo chiamato il giorno prima della partita contro il Venezia - racconta ai nostri microfoni - e mi aveva detto che sarebbe partito dall’inizio. Gli ho chiesto ‘Sei emozionato?’, ‘No, perché dovrei esserlo? Se devo giocare io gioco’. Per lui non cambia nulla giocare con la Juventus o al cortile con gli amici, magari crescendo cambierà qualcosa ma è una cosa che non mi riesco a spiegare. Io mi emoziono tantissimo ogni volta, contro il Venezia mi ha colpito nell’intervista quando ha parlato della sua famiglia. Per ora è ancora una sensazione strana, probabilmente ancora non concepisco bene il tutto”.
Il ragazzo fuori dal campo
L’adolescenza di Fabio è consapevole, rispettosa verso sé stesso e per ciò che un giorno magari potrà diventare. Papà Livio Miretti descrive così la sua giornata tipo: “Quando è a casa fa la vita da ragazzo semplice, tranquillo: chiama gli amici, vanno a fare una partita a basket e non si esalta per tutto ciò che potrebbe riservargli il futuro. Questa è una caratteristica che ha sempre avuto, è nella sua personalità. Ha sempre voluto giocare a calcio sapendo che ci sarebbero stati ostacoli e sforzi da fare, ma la sua volontà è stata la stessa e sono orgoglioso che ci sta riuscendo”. E l’aneddoto raccontato quasi ridendo: “Una curiosità divertente è che fin da piccolo non ha mai riportato a casa foto o autografi dei giocatori, per lui erano persone normali. Magari già pensava ‘un giorno ci arriverò io a quei livelli’, è un ragazzo semplice”.
Il percorso di crescita di Miretti
Bonatti, Zauli, Allegri sono i tre allenatori che lo hanno allenato in questa stagione. Dunque, dalla Juventus Primavera, dov’è stato protagonista anche in Youth League perdendo ai rigori in semifinale contro il Benfica, alla Serie A senza dimenticare l’avventura in Serie C con l’U23. Il percorso di crescita di Fabio però parte da più lontano, come ricorda il padre: “Devo anche riconoscere che nel corso degli anni ha sempre avuto degli allenatori che lo hanno valorizzato. Tre anni fa nell’U17 mister Pedone lo ha spostato da mezz’ala ed ha realizzato 16 gol in 17 partite, in quel periodo mi chiedevo se fosse normale che un centrocampista segnasse così tanto.
Fabio ha sempre avuto la testa sulle spalle, ha sempre offerto prestazioni di alto livello oltre alla fase realizzativa ed i risultati si vedono oggi. All’epoca il secondo allenatore di Pedone lo apprezzava molto, oggi fa il vice di Arteta all’Arsenal e si sentono spesso. Il futuro? Ho parlato anche con molte società all’estero in passato, ma noi vogliamo stare alla Juventus visto che c’è stato il rinnovo di contratto qualche settimana fa. Giugno sarà un mese importante: dovremo capire le volontà della società, in più c’è l’Europeo con la Nazionale da giocare e prendere anche il diploma. Non so come riusciremo a fare tutte queste cose (ride, ndr)”.
La differenza con i suoi compagni
A soli 8 anni sbarca nel settore giovanile della Juventus, dopo le prime esperienze calcistiche con le maglie di Saluzzo e Cuneo. “Fin da quando ha iniziato a giocare a calcio ho visto ogni anno dei miglioramenti - continua Livio -. Con lui hanno giocato tanti compagni, ma alla lunga sparivano perché non erano al suo livello e pian piano ho pensato che potesse fare strada. Anche da piccolo non si è mai adagiato, non ha mai pensato che indossando la maglia della Juventus potesse essere già arrivato nel suo percorso di crescita, anzi per Fabio era pura normalità. Quest’anno con l’U23 è partito bene, com’è normale che sia qualche calo lo ha avuto ma non ha influito nella sua testa. In alcune partite ha perso anche dei palloni importanti, ma nell’azione dopo che come se non fosse successo nulla. Oltre che a saper giocare a calcio, sa sempre stare nella partita con la testa: è una dote molto importante”.
Tanta Juventus nel destino di Fabio Miretti, ma anche tanta Nazionale. Gli azzurrini U19 si sono qualificati alla fase finale dell’Europeo di categoria in programma il prossimo giugno, dimostrando di avere molto potenziale. “Il gruppo della Nazionale è veramente forte, è strutturato da diversi anni anche se col Covid-19 si è giocato meno del previsto aggiunge papà Livio -. Questa squadra ha battuto Belgio, Germania e Finlandia nelle qualificazioni agli Europei di categoria facendo grandi partite, molti giocatori stanno dimostrando tanto nei club in questi mesi”.
Il rispetto nello spogliatoio
Infine, Livio Miretti conclude raccontando il rispetto che molti giocatori della prima squadra hanno nei confronti di Fabio: “Nello spogliatoio della Juventus si trova bene con tutti, gli piace stare con Manuel Locatelli perché è un ragazzo giovane come lui. Bonucci e Chiellini lo stanno aiutando molto nella crescita, anche nel post partita contro il Venezia loro hanno parlato bene di lui e si può solo crescere con un ambiente del genere. Si fosse trovato un po’ più di coraggio prima nel lanciarlo… Spero che possa diventare una bandiera della Juventus, sarebbe un bellissimo sogno. La cosa importante è che Fabio resterà con i piedi per terra: ci saranno molte pressioni e dovrà reggerle, un conto è sbagliare un pallone con l’U23 ed un altro conto è farlo con la prima squadra. Per ora sta andando tutto bene, ci godiamo il momento”.