Juve-Dybala, come si è arrivati alla rottura: i retroscena del mancato rinnovo

La fumata nera è arrivata dopo l’incontro di questa mattina alla Continassa. Jorge Antun e Carlos Novel, l’entourage della Joya, da una parte, dall’altra la dirigenza bianconera compreso anche il presidente Andrea Agnelli. Due ore di colloquio, poi la decisione di mettere fine a ogni discorso: l’accordo sul rinnovo non c’è e Paulo Dybala a giugno lascerà la Juventus a parametro zero.

 

Ma come si è arrivati a questa decisione e cosa ha spinto la Juventus a rivedere i piani iniziali? Già, perché tra la società bianconera e Dybala l’accordo per il prolungamento del contratto era di fatto già stato raggiunto nei mesi scorsi.

Lo scorso dicembre le parti erano serene e convinte di proseguire insieme, dopo una base d’intesa raggiunta – al temine di lunghe trattative con diversi interlocutori – per un contratto di 5 anni a circa 8 milioni di euro di base fissa più bonus a salire legati alle prestazioni individuali dell'argentino. Un rinnovo, però, mai formalizzato per questioni burocratiche.

 

Cambio di prospettive

Da dicembre in poi, però, le cose sono cambiate. Il rendimento di Dybala è calato, mentre sono aumentati i problemi fisici della Joya (fattore ovviamente valutato dai bianconeri), la Juve – alla ricerca di una prima punta – ha effettuato un investimento importantissimo su Vlahovic a gennaio (tutte le cifre), garantendo al serbo un contratto quinquennale da 7 milioni di euro più bonus a stagione.

 

 

Un cambio di scenari e prospettive che ha portato la Juventus a presentare a Dybala una nuova proposta al ribasso. Un contratto più breve (tre anni anziché cinque) con una parte fissa più bassa, circa sei milioni di euro, oltre i bonus legati al rendimento individuale.

La Juve, infatti, non si è voluta impegnare con un contratto di cinque anni e ha chiesto uno sforzo a Dybala, che però non ha accettato la proposta al ribasso. Niente fumata bianconera, dunque. Ora l’epilogo già scritto: a giugno sarà addio a parametro zero.

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