Torino, Juric: "Due brutti anni, qui per ricostruire"
Ivan Juric viene presentato oggi come nuovo allenatore del Torino. Ad introdurlo è il presidente granata Urbano Cairo. "È una giornata importante, salutiamo un allenatore che non ha bisogno di presentazioni. Ma prima vorrei fare un saluto e uno speciale ringraziamento a Davide Nicola: ha fatto un lavoro importante, io grazie al suo arrivo mi sono anche ricoinvolto molto di più. Sono stato 37 volte in quei mesi con la squadra, ho cercato di stare vicino ai giocatori, al mister, facendomi vedere. Siamo riusciti a mantenere una categoria che non era l'obiettivo di inizio anno, ma che era fondamentale".
Su Juric: "Non lo conoscevo personalmente, ma avevo visto le sue stagioni al Verona, eccellenti. Kumbulla, Rrahmani, Amrabat, Lovato, Zaccagni e altri: ha fatto un lavoro eccezionale e lo vedevo. Poi vidi una partita e sentii una sua intervista dopo Verona-Inter: mi ha davvero colpito, per quello che ha detto, per come lo ha detto e per quello che mi trasmetteva. Un'anima bella, un cuore speciale. Ho detto a Vagnati che volevo incontrarlo, lui aveva declinato la proposta di venire al Toro lo scorso anno. Ci ho riprovato, e ci siamo riusciti".
Parla Juric. "Io penso che dopo due anni che ha fatto Torino in questo modo, vuol dire che ci sono problemi. Dobbiamo partire da questo: non bisogna illudersi. Un diciassettesimo e un sedicesimo posto: si cercherà di migliorare. Porteremo un calcio aggressivo, propositivo, cambieremo il nostro metodo di lavoro. Vedremo con il tempo cosa faremo. Un obiettivo per ora non ci sta".
Che tipo di tecnico è Juric? "Ci sono delle etichette che a me piacciono. Mi dicono che valorizzo i giocatori: a Verona l'ho fatto, secondo me questa è una cosa bellissima. Chi valeva 5 ora vale 8, è stata una cosa molto bella".
Perché ha scelto il Torino? "C'era stata la sensazione di capirsi subito, di avere idee simili. Poi ho valutato che c'è una rosa di giocatori che possono fare molto meglio. Sono sicuro che la rosa migliorerà, che il ds cercherà giocatori con queste caratteristiche. Vedo una prospettiva: la possibilità di salire. Noi partiamo da un livello molto basso, con tante cose più negative che positive: è uno stimolo importante, crescere e portare i valori giusti. Qui noi possiamo creare qualcosa: ci sono giocatori giovani, interessanti, che hanno fatto male ma che possono crescere".
Torino, Juric: "Delle idee sul mercato già le ho"
Sulla rosa: "La prima cosa che avevo detto è che volevo vedere i giocatori. Capire se era un problema tecnico, oggettivo, o se si poteva fare di più. Alcuni so che sono imprescindibili, altri li voglio valutare. I leader? Ho già un'idea. Ci sono già 10-12 giocatori che mi piacciono: Bremer, Mandragora, Sanabria, Buongiorno, per dirne alcuni. Sono giovani e possono fare di più. Belotti? Per me è un top player: quello che ha fatto, come si è impegnato, ha un modo di giocare bello, pulito. Quello che ho detto al Gallo è questo: poi valuterà lui, più ancora che la società. È il capitano, sceglierà lui se è il momento di cambiare o fare altro. Sarà una decisione sua. Gli ultimi sei mesi non è stato al top: è stato un po' più normale, voglio capire bene. Cosa ho percepito è anche la sensazione di saturazione di certi elementi: non di grande allegria, che ci si sia stufati un po'. Dopo anni, anni e anni, lotti per la salvezza e sei insoddisfatto. Quello che dobbiamo fare noi è prendere una strada ben precisa: non c'è posto per gente non contenta".
Sugli innesti: "Sulla carta ci sono buoni giocatori. Ci sono Singo, Aina, Vojvoda per dire... Poi serviranno 3, 4 o 5 innesti. Magari qualche giovane che troverà Vagnati. Penso che manchi qualche ruolo: tatticamente voglio cambiare qualcosa. Sarà compito di Davide trovarli, per alzare il livello" ride.
"Io sono convinto che se il presidente riesce a vedere le cose che ho in testa: si scalda. Un esempio di società virtuosa? Tutti pensano all'Atalanta. Ma loro hanno un settore giovanile che ha tirato fuori 5-6 titolari, rivendendoli e creando tutto questo, grazie alla testa di Gasp. Sicuramente io voglio creare un Toro forte: non subito, è impossibile. Il segnale deve essere quello".
Torino, il futuro di Sirigu
Sui portieri: "Il titolare sarà Savic, Berisha sarà il secondo".
Poi parla Cairo su Sirigu: "È ancora con noi. Non è partito. Lui ha fatto con noi 4 anni. Lui è ambizioso, ma forse nell'ultimo anno l'ho visto meno felice di essere con noi. Probabilmente aveva un'ambizione diversa. Poteva essere giusto in questo caso accontentarlo e dargli la possibilità di fare quello che ritiene meglio per lui. Ha una grande esperienza, ha 34 anni: può andare avanti ancora. Può avere dei desiderata diversi: con lui ho sempre avuto un rapporto personale splendido, lo stimo molto, è un portiere molto bravo. Ma è molto importante la motivazione. Sirigu è attaccato alla maglia, ma se non hai la voglia totale di essere nella squadra e vuoi fare qualcosa di diverso, questo un pochino ti può indebolire. E non è giusto che qualcuno non sia nella possibilità di fare qualcosa per lui".
Ancora Juric sul mercato: "Quando prendi un giocatore, non devi sbagliare. Io ho detto ora di bloccare tutto, perché voglio capire. Se spendono i soldi come l'anno scorso, faccio la festa: qui si è speso. Io non sono abituato a tutto questo lusso. Penso che ci servirà meno: dobbiamo prendere gente giusta, che ha il nostro modo di vedere le cose. E così sarà. In questo momento mi fido, poi vediamo".
Torino, Cairo parla di Belotti
Cairo su Belotti: "Io ce l'ho da sei anni. L'ho preso nel 2015: ho sempre creduto in lui e cercato di portarlo in palmo di mano. Quando anche facemmo il rinnovo di contratto con clausola annessa, volevo fare in modo che fosse considerato un big. Poi parlai con Perez, il presidente del Real, che mi parlava del rinnovo del contratto a Toni Kroos. Quando dissi che avevo messo una clausola a 100 milioni, attirai il suo interesse. Quando lo cercò il Milan nel 2017, lui non era indifferente alla cosa: era legato al Toro, ma era anche un tifoso del Milan. Da parte mia c'è una stima sconfinata, lo conosco bene. Ma è importante, dopo una stagione così, che ci sia adesione totale a questo progetto nuovo".