Julio Cesar: “Alisson in un ottimo momento, Handanovic bravissimo“
Per sette anni ha giocato in Italia, arrivando a vincere tutto con l’Inter di José Mourinho. Il presente di Julio Cesar, portiere classe 1979 è ora nuovamente in Brasile dove veste la maglia del Flamengo. Chiuse le sue esperienze in Europa l’ex numero uno nerazzurro è tornato in patria ed è lì che vuole terminare la sua vincente carriera. Sulle pagine di ExtraTime della Gazzetta dello Sport l’ex interista parla della sua vita, del passato e dei suoi colleghi attualmente in Italia e non solo, da chi ha preso il suo posto a Milano a un altro brasiliano che difende i pali della Roma. “Sono tornato in Brasile dopo 13 anni e ho scoperto un club del tutto diverso - confessa Julio Cesar - oggi ci sono più campi, più strutture per medici e fisioterapisti mentre ai miei tempi le condizioni erano ben diverse. Ho ritrovato anche l’ex romanista Juan and l’ex Juve Diego, compagno di nazionale. Anche se non gioco vale la pena essere qui. A gennaio alla mia presentazione ho detto che avrei fatto solo tre mesi e confermo che non allungherò il mio contratto. Quello che farò dopo non l’ho ancora deciso ma andrò a vivere con la famiglia a Lisbona. Al Benfica avevo perso la motivazione e ho preferito rescindere il contratto ma per la situazione che vive il Brasile credo sia meglio l’Europa. Milano? Una città che mi ha voluto bene, lì ho vissuto una delle migliori fase della mia vita. E ho imparato anche una nuova lingua”.
E proprio dei suoi anni in nerazzurro Julio Cesar conserva ottimi ricordi: “Ho ancora contatti con Toldo e Materazzi, con il primo eravamo in lizza per il posto ma sempre con rispetto, lealtà e amicizia. Oltre ai brasiliani a volte sento gli argentini e ogni tanto parlo con l’ex capitano Zanetti. Cosa mi ha aiutato a diventare un grande portiere? L’aver lavorato con tanti preparatori di origini diverse. Tutto ciò mi ha dato un mix di conoscenze e alla fine ho avuto una carriera molto buona con tanti titoli. La scuola italiana di portieri poi è ottima. Ho sempre ammirato Buffon e di Marchetti mi piaceva il coraggio nel buttarsi sui palloni. Con Gigi c’è rispetto reciproco, le nostre carriere si sono svolte in parallelo e lui è un portiere che mi ha aiutato a svilupparmi tanto. Ammiro la sua tecnica alla sua età, il portiere può andare avanti se si prende cura di sé e nelle scorse tre stagioni lui ha giocato due finali di Champions. Il mio modello è sempre stato Taffarel. Ora sto seguendo poco il calcio italiano ma vedo che Alisson è in un ottimo momento alla Roma e per noi è meraviglioso perché tocca a lui giocare il Mondiale. È importante arrivarci con tanta fiducia. Poi c’è Ederson del Manchester City che è in una buonissima condizione mentre in Brasile mi piace Cassio del Corinthians. In Europa le big cercano di ingaggiare nomi esperti e più rodati, per quanto riguarda Handanovic posso dire che è un portiere eccellente. L’Inter ha fatto una scelta azzeccatissima perché è bravissimo. Il migliore del mondo? Non esiste in assoluto, ci sono dei momenti e dei portieri che sono regolari ad alti livelli“.
Non solo portieri, l’ex Inter parla anche di altri brasiliani: “Vinicius Junior è molto giovane ma è già del Real Madrid; è molto talentuoso e non per niente è stato fatto questo investimento. Per parlare di lui è ancora presto ma per ciò che ho visto è un eccellente professionista. L’ex Inter Adriano vuole tornare a giocare? Dipende soltanto dalla sua volontà perché di talento ne ha sempre molto. Per quanto riguarda il prossimo mondiale in Russia, il Brasile ha ritrovato il suo miglior calcio dopo l’esperienza triste in casa. Tite sta svolgendo un eccellente lavoro. Poi ci sono le solite Argentina, Francia, Germania mentre il fatto che Italia e Olanda non ci siano è un ostacolo in meno. E’ triste pensare a un Mondiale senza l’Italia quattro volte campione e anche per gli amici che ho lì e che abbraccio“