Lo strano caso di Jovic: bomber con la Serbia, ai margini nel Real
La lista dei giocatori “da nazionale”, quelli che zoppicano nei club per poi brillare nelle selezioni di appartenenza, potrebbe aver trovato un nuovo nome: Luka Jovic. In questa settimana con la Serbia, infatti, il prossimo avversario dell’Inter ha segnato tre gol in due partite (uno con l’Ungheria e due con la Russia), che sono già più di quanti ne abbia sommati in oltre un anno nel Real Madrid.
Un rendimento deludente
Da quando è arrivato alla casa blanca due estati fa, l’attaccante serbo ha segnato soltanto due gol in 32 incontri. Sono due anche gli assist serviti ai compagni, mentre è apparsa spesso nulla la sua integrazione nel gioco della squadra della capitale spagnola. Numeri deludenti, che hanno fatto sì tutte le testate iberiche definissero “fallimentare” la sua avventura dopo pochi mesi di Liga.
Dietro ogni fallimento ci sono, però, sempre grandi aspettative disattese. Il serbo se l’era costruite nella stagione 2018/19, quando con l’Eintracht di Francoforte aveva messo a segno ben 27 gol fra Bundesliga ed Europa League. Guadagnatosi la fama di bomber internazionale, convinse Florentino Pérez a sborsare ben 60 milioni di euro per prenderlo, ma la cifra non è stata ancora corrisposta dalle prestazioni in campo.
Il rapporto con Zidane
Visto lo scarso apporto alla causa, a inizio stagione l’allenatore del Real, Zinedine Zidane, si era addirittura trovato a giustificare la sua riconferma nella rosa per un’altra stagione: “Non è vero che non lo volessi qui. Dire stupidaggini così è complicato… Anzi, Jovic l’ho chiesto proprio io”, aveva affermato. La realtà, però, è ben diversa.
Il serbo è rapidamente diventato invisibile per il tecnico, che non lo considera nemmeno quando c’è da recuperare il risultato. Contro il Borussia Mönchengladbach, ad esempio, Zidane preferì mandare in area Ramos e Casemiro piuttosto che dargli una chance negli ultimi minuti. La strategia pagò (i blancos recuperarono due gol nel recupero), ma Jovic rimase ad assistere alla sorprendente rimonta dalla panchina, conscio che quello potesse rappresentare un punto di non ritorno per lui.
Un pericolo in più per l’Inter?
Chissà, invece, se i minuti ed i gol raccolti con la Serbia non gli regalino la giusta carica di autostima per un nuovo inizio. L’Inter, intanto, è avvisata. Anche se c’è ancora molto lavoro da fare perché questo ragazzone dalla faccia seria conquisti il cuore dei tifosi del Real Madrid.