Thompson, l'addio al calcio dopo il cancro: "Spinto il corpo al limite"
Perché alla fine il calcio è solo uno sport. Più o meno lontano da quella palla che gira c'è la vita. Con le sue bellezze ma anche i suoi ostacoli. Non sempre facili da saltare, soprattutto quando si tratta di un cancro. Ne sa qualcosa l'ex centrocampista del Rochdale, Joe Thompson. Classe 1989, appena 29 anni ma già la necessità di dire basta con lo sport della sua vita. Tutta colpa della malattia, che lo colpisce inesorabile per due volte nella sua carriera.
Una chemioterapia che è più dolorosa di tutti i contrasti vinti in mezzo al campo. E che lo porta ad appendere gli scarpini al chiodo, perché nel frattempo i muscoli di Thompson sono diventati deboli e, di conseguenza, diventa naturate dire basta dopo la rottura del bicipite femorale rimediata nei mesi scorsi. Una sola partita in stagione, poi il momento di: "Accettare che la mia carriera calcistica sia finita. Ma sono fortunato ad aver giocato".
Lo ha raccontato lui stesso alla BBC Radio Manchester: "So che la mia famiglia è molto orgogliosa di me - ha ribadito - ed ora mi sento davvero meglio. Ho spinto il mio corpo al limite. Un'auto può essere sottoposta a manutenzione tante volte, però poi arriva il momento di appoggiarla da una parte e di spegnerla. Penso che questo sia il caso".
Una decisone difficile, presa dopo aver riflettuto attentamente. Con la sua famiglia, ma anche con chi è passato da problemi simili. Tipo Carl Ikeme, che si è ritirato nel luglio del 2018 a soli 32 anni dopo sei stagioni passate al Wolverhampton. Una carriera passata con la valigia in mano, otto prestiti e dieci partite anche con la nazionale nigeriana. Poi - dopo alcuni controlli di routine - la terribile diagnosi, che dice leucemia acuta.
Lo scorso giugno viene annunciato che Ikeme è in completa remissione dalla sua leucemia, dopo "un anno duro e una intensa chemioterapia". Joe Thompson ha detto di aver parlato con l'ex portiere del Wolves prima della sua decisione di ritirarsi dal calcio: "Sì, abbiamo discusso molto negli ultimi giorni - le sue parole - una volta che sei stato in quei luoghi in cui la tua vita è a rischio, guardi il calcio sotto una luce diversa". Come dargli torto. In fin dei conti, fuori da uno stadio, c'è tutta una vita davanti.