Cunliffe, l'isola di Guam e il sogno Coppa d'Asia: “Qui tutto è possibile”
Jason Ryan Quitugua Cunliffe è, senza ombra di dubbio, il calciatore più rappresentativo di sempre dell’isola di Guam: piccolo territorio nell’Oceano Pacifico occidentale, distante in linea d’aria meno di duemila chilometri dalle isole giapponesi, che vive principalmente di turismo e di introiti legati alla presenza di basi militari statunitensi. Il 37enne Cunliffe, recentemente nominato Commissario Tecnico della Selezione Under 17 dell’isola, rappresenta alla perfezione le ambizioni sportive dei chamorro (minoranza etnica indigena) che abitano la capitale Hagåtña (dove è nato Jason) da circa 3500 anni. Una decennale e trionfante esperienza in Estremo Oriente.
“Lavoro ogni giorno con un obiettivo chiaro e definito in mente: permettere al movimento calcistico di Guam di crescere in maniera costante” ha dichiarato a GianlucaDiMarzio.com. Non è un caso che Jason, nonostante le offerte ricevute nel corso degli anni, abbia legato in maniera indissolubile il suo destino sportivo a quello dell’isola. L'attaccante ha trascorso quasi tutta la sua carriera calcistica nel proprio paese, salvo giocare per due anni (dal 2012 al 2014) nelle Filippine, al Pachanga Dilliman FC. “Negli ultimi anni ci sono stati chiarissimi passi in avanti. Basti pensare che uno degli ambiziosi obbiettivi che ci siamo prefissati, in accordo con la Federazione, è quello di qualificarsi alla prossima Coppa d’Asia. Fino a qualche tempo fa sembrava utopico persino nominare questa competizione…”.
Capitano della Nazionale dal luglio del 2012, 53 presenze impreziosite da 22 gol, ha guidato i suoi alla prima storica vittoria nelle qualificazioni Mondiali valide per la fase finale di Russia 2018, contro il Turkmenistan. “Senza dimenticare la vittoria ottenuta, nello stesso anno, contro la nazionale indiana. L’isola di Guam non raggiunge i 170 mila abitanti, l’India supera il miliardo…”. Allontanandoci da questioni puramente calcistiche, si parla d’attualità. Jason Cunliffe, grazie alla sua prolungata esperienza, dipinge un quadro efficace e realistico della situazione: “Stiamo vivendo un’epoca senza precedenti, complessa e di difficile analisi. Posso dire però che ho trovato vergognoso che molti politici di spicco, abbiano sfruttato la pandemia Covid-19 per portare avanti la propria propaganda politica”.
Nonostante i 37 anni compiuti lo scorso ottobre, l’idea del ritiro dall’agonismo non è stata ancora presa in considerazione: “Nel 2018 ho firmato con il prestigioso Bank of Guam Strykers FC - club fondato nel 2005 - sono stato affascinato dal loro progetto. La squadra è composta da un giusto mix di giovanissimi e giocatori d’esperienza, abbiamo tutte le carte in regola per fare bene”. Nelle ultime battute Jason non nasconde un pizzico d’emozione per il destino sportivo dell’isola di Guam: “Io e Karl Dodd - Commissario Tecnico della nazionale maggiore - stiamo lavorando giorno e notte per raggiungere i nostri obbiettivi. Ci vuole sicuramente tempo: Roma non fu costruita in un giorno, ma con il sostegno della Federazione e dei nostri tifosi riusciremo a toglierci grandissime soddisfazioni”.
Con un ultimo, bizzarro sogno sportivo: “Vorrei emulare l’impresa di Arnor ed Eidur Gudjohnsen, Henrik e Jordan Larsson, Rivaldo e Rivaldinho: giocare almeno una partita con uno dei miei due figli. Con un po’ di fortuna non vedo perché non dovremmo riuscirci. Nell’isola di Guam tutto è possibile”.
A cura di Eduardo Accorroni