Marazzina: “In Inter-Chievo giocai così bene che Ronaldo mi chiese la maglia”
Chiama Italia, risponde America. Dall’altro lato del mondo ci sono Massimo Marazzina e la sua nuova vita sulla costa dorata della Florida: “Scusate se sentite il vento, ma sto facendo la mattinata in spiaggia. Fa un caldo tremendo, sono solo le 9 e ci sono già 35 gradi”. L’invidia ci assale. Massimo non sente la tensione, nonostante sia il giorno della prima partita della sua nuova squadra: i Sarasota Metropolis. Il ragazzo di Pandino li segue da poco. Sulla carta come direttore generale, in realtà come “factotum”: “Possiamo perdere 8-0 o vincere 5-0 in questa prima uscita stagionale. Non ho idea del livello delle altre squadre. Certamente nel mio team non c’è alcuna preparazione tattica e non solo. A un giocatore gli devo dire anche come allacciarsi le scarpe. Cosa vuoi, sono ragazzi del college. Pensano solo a rincorrere una palla. Il mio ruolo è quello di insegnargli le basi del calcio, con la tattica e gli allenamenti mirati. Ma ci vuole tempo, anche perchè l’allenatore è allo stesso livello dei giocatori, cioè senza conoscenze e preparazione, quindi tocca fare tutto a me”.Tranne questi piccoli inconvenienti la qualità della vita a Miami è decisamente alta, tra partite a Foot Volley in spiaggia e corse mattutine nei grandi parchi vicino al mare: “Per ora sto da dio qui. E anche la mia famiglia. Mi trovo con Bobo Vieri quasi ogni giorno a giocare a Foot Volley o a correre, vedo più lui di mia moglie tra un po’”. Ridiamo, immaginando una coppia così esplosiva aggirarsi per le strade di Miami. Con Vieri ha un legame speciale. E’ un amico fidato di lunga data. I loro destini si sono spesso incrociati, come in Nazionale nel 2002: “Nel mio esordio con l’Italia contro gli Stati Uniti subentrai proprio a Bobo. Fu un’emozione fantastica. Poi giocai altre due partite contro Slovenia e Galles lo stesso anno. Ma c’erano attaccanti troppo forti in quel periodo e io non ero un top player, quindi poi non fui più chiamato. Probabilmente se giocassi adesso vanterei molte più presenze in Nazionale e sarei in un top club visto che il livello della Serie A si è notevolmente abbassato”.
Con Vieri l’ex giocatore di Siena, Roma e Bologna tra le altre non ha condiviso solo la maglia della Nazionale, ma anche numerose battaglie da avversari sui campi di Serie A. Come in quel Inter-Chievo del 15 Dicembre 2001, dove i veronesi riuscirono a espugnare San Siro per l’ultima volta nella loro storia anche grazie al gol dell’1-2 di Marazzina. Il gol del pareggio? Neanche a dirlo, lo aveva messo a segno Vieri: “Ogni volta che parliamo di quella partita incredibile lo prendo in giro perché lui fece un gol stranissimo di tibia. Ma nonostante ciò noi riuscimmo a batterli. Giocai talmente bene che Ronaldo il fenomeno a fine partita mi chiese la maglia. Io ho ancora la sua firmata a casa. Quando tornammo in pullman a Verona tutti ci accolsero come eroi. Quell’anno fu pazzesco. Arrivammo quinti contro ogni pronostico”. Era il Chievo dei miracoli di Del Neri e il numero 11 chiuse la stagione con 13 gol in campionato.
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Marazzina ha girato tutta l’Italia quando era calciatore, senza mai perdersi. Ma il rapporto che lo lega al Chievo e alla città veneta supera ogni altro: “A Verona ci ho lasciato il cuore, ogni tanto torno a trovare i miei vecchi amici come Pellissier e Sorrentino. A Stefano l’ultima volta gli ho detto: vedete di salvarvi così anche l’anno prossimo posso tornare ogni tanto. Non c’è stato niente da fare. Ma io l’avevo già detto a inizio stagione che la rosa della squadra non poteva competere in Serie A. Il fatto che Sergio e Stefano siano stati i due migliori giocatori quest’anno la dice lunga. In ogni caso Mimmo Di Carlo ha fatto un gran lavoro e non poteva fare di più. Se oggi il Chievo mi chiamasse per un qualsiasi incarico dirigenziale accetterei subito. Farei qualsiasi cosa per risollevare la squadra riportandola in Serie A, dove merita di essere”.
Ma non c’è stato solo il Chievo nella lunga carriera dell’attaccante: “Anche a Bologna e Torino mi trovai benissimo e fu bellissimo vincere il campionato di Serie B con due maglie così prestigiose. Penso che in queste due città ricordino il mio nome più di quello del sindaco”. Poi un aneddoto sulle settimane che seguirono al fallimento del Torino: “Zaccarelli spese gli ultimi soldi nelle casse della società per riscattarmi, poi dichiarò il fallimento. Nelle settimane a seguire chiamai Cairo che era indeciso se rilevare o meno la società perchè volevo rimanere a tutti i costi. Alla fine decisi di firmare per il Siena e poco dopo Cairo prese il Toro. Non vi dico quante mail mi sono arrivate dai tifosi che mi chiedevano di tornare a giocare per i granata. Ma ormai era troppo tardi”.
L’intervista potrebbe continuare in eterno ma è arrivato il tempo di salutarsi: “Sulla mia vita ci potreste fare un editoriale a settimana”. Per onor di cronaca, la prima uscita stagionale del Sarasota finisce con la vittoria con gol al 93'. Non male come inizio. Le mille vite di Marazzina, il giramondo con il vizio del gol che ha incantato tutta l’Italia...e non solo!
Riccardo Despali