Cristiano Ronaldo: "Io allenatore? Non penso. Voglio giocare ancora tanto"

Cristiano Ronaldo ha parlato ai microfoni di DAZN durante una lunga intervista in cui ha parlato di diversi temi. Dal suo futuro alle sue sensazioni in Italia: "Il mio mondo è il calcio, ma per me è importante anche il mondo fuori dal calcio. Sono diventato un uomo d'affari, è normale quando inizia a creare qualcosa di diverso, fuori dal mondo del calcio, ti vedono in modo diverso. Certamente è una cosa positiva, ma non mi importa più di tanto. La cosa più importante per me è ancora il calcio".

"Per me esiste un solo Cristiano, non faccio differenze. Come ho detto prima, sono cose distinte, ma unite. Sono un giocatore di calcio, mi piace quando le persone mi guardano e dicono 'Cristiano è questo'. Mi piace come sono".

GLI AVVERSARI E L'ITALIA

"I difensori più forti in Serie A? Bonucci, Chiellini e De Ligt, quelli con cui mi alleno. Dell'Italia mi piace non solo il cibo, mi piace la cultura italiana. La Champions è la competizione migliore del mondo, a parte Mondiali ed Europei. La amo. Mi piacciono entrambi, ma la Champions è speciale".

"Il migliore in Italia? Lo sapete, ho vinto il premio come miglior giocatore del campionato. Per ora io, l'anno prossimo non so. E' bello, ma devo dire che ci sono tanti buoni giocatori. E' un grande onore, spero di vincere anche l'anno prossimo. Mi piace tutto della Juve, hanno una buona cultura, è il miglior club in Italia. Ha una storia straordinaria, sono felice di essere qui, voglio vincere molti trofei con la Juve".

"A 18 anni pensi solo a divertirti, non hai responsabilità. Ora no, ora devi fare grandi performance e vincere trofei. Continuo a sentirmi bene, felice, motivato. Sono felice, motivato, voglio giocare ancora tanti anni".

L'ESULTANZA, IL FUTURO E QUEL GOL... 

"Esultanza? Ho iniziato a dire 'sì' al Real Madrid, quando vincevamo tutti dicevano 'siuu'. Pregi e difetti? Sono molto intelligente. Difetti? Io non ho difetti, sono sempre professionale".

"Io allenatore? Non penso, in questo momento dico di no, non mi vedo allenatore. Ma mai dire mai. Sarei un motivatore. Credo che tu debba fare il meglio per la squadra".

"Europei 2016? E' stato il trofeo più importante della mia carriera. Ho riso, ho pianto, ho riso, ho pianto, ho fatto l'allenatore, mi sono ubriacato dopo la partita. Ho bevuto un bicchiere di champagne ed ero un po' brillo. Quel giorno era speciale".

"Il gol contro la Juventus in rovesciata è stato il più bello che abbia mai segnato. La standing ovation dello Stadium? Speciale. Erano i quarti di finale, c'era Buffon, in un bello stadio, una grande squadra. Una notte davvero speciale. Quando ho parlato con Buffon, ho pensato di trovarmi davanti una brava persona, simpatica e allegra. Dopo il gol si è semplicemente congratulato, è stato carino. Me lo ricordo bene, è sempre pronto ad aiutare gli altri, una bella persona".

"Il giorno dello Scudetto allo stadio con me c'era mia mamma, un momento speciale. Quando abbiamo vinto lo scudetto, sono diventato il primo calciatore della storia a vincere in tre campionati diversi. Un trofeo è pur sempre un trofeo. Non importa che sia la Champions, la Serie A o la Nations League. Io amo vincere trofei".

"Il calcio? Mi diverto ancora, è quello che mi piace fare. Se non ti diverti e non ami ciò che fai, è dura. Certo, ci sono alti e bassi, ma mi reputo una persona felice".

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