Juventus, Allegri: "Con gli stimoli giusti allenerò ancora. Questa Juve può vincere la Champions"

Festa Scudetto per la Juventus: tra i celebrati c'è anche Max Allegri, al suo quinto titolo in bianconero e alla sua ultima partita in casa da allenatore della Juve. Nel post partita della sfida con l'Atalanta terminata 1-1 ha commentato ai microfoni di Sky Sport la sua annata, il suo esonero e le possibilità sul suo futuro. 

"Quando hai una rosa come quella della Juventus a disposizione hai tante soluzioni, anche quando hai gli infortuni. Abbiamo messo probabilmente 37 formazioni differenti. Tutti dicono che è facile, lo ha fatto diventare più facile la squadra, perché vincere è sempre difficile soprattutto dopo 7 anni. Lascio una squadra fatta di grandi calciatori che può rivincere il campionato e fare una grande Champions perché ce l’ha nella testa e nelle gambe. Con la spensieratezza si potrà trovare la forza per affrontare la Champions".

Poi la sua visione sulla gestione di coppa e campionato nel momento clou della stagione. "La Champions è così, siamo arrivati alla sfida con l’Ajax in situazioni non normali. Il passaggio con l’Atlético Madrid è stato qualcosa di irripetibile, perché partivamo battuti, la preoccupazione era mettere al sicuro il campionato. Bisognava arrivare a queste partite di campionato con vantaggio perché il calendario era difficile nel finale. Abbiamo gestito bene il periodo dopo il ko con l’Atlético mettendo al sicuro lo scudetto, purtroppo siamo di nuovo inciampati più tardi".

Poi il commento sull'addio e le sue modalità. "Il presidente ha speso parole fantastiche, ho avuto la fortuna di esser presentato al Milan con Berlusconi anche se mi fece parlare poco. È stato un onore essere accompagnato dal presidente all’uscita alla conferenza d’addio. Con tanta gente abbiamo lavorato e vinto tanto assieme, volevo finire con una bella partita per celebrare i tanti scudetti. Ho parlato con il presidente dopo l’Ajax e l’idea era quella di andare avanti. Poi dopo una riunione fatta tutti insieme, dove non abbiamo atto discorsi su contratti e giocatori, ho capito che per il bene della Juventus era giusto finire. Il presidente ha deciso così perché ci potevamo trovare a ottobre in mezzo a situazioni da cui è difficile uscire fuori. Mi è stato comunicato venerdì mattina, non mi sono chiesto il perché. Quando sono uscito dalla riunione giovedì l’avevo capito".

Infine le considerazioni sulla volontà di tornare in panchina. "Indipendentemente dalle possibilità di allenare, faccio delle valutazioni sulla squadra. Da lì trovo gli stimoli, perché se non sono convinto di ciò che ho a disposizione non comincio. Io se non mi diverto smetto di allenare, non amo la routine. Sono arrivati tanti messaggi, ma ho qualche giorno di lavoro, poi mi fermerò e vedrò ma se ci sarà la situazione giusta riprenderò. Finché non la trovo sto fermo. Ci sono tanti imprevisti e va scelta la situazione migliore".

 

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