Inter, Spalletti: "Col Tottenham partita che ci può far svoltare. La Champions è il Luna Park del calcio"

Cercare in Champions League il riscatto dopo la sconfitta contro il Parma e l'inizio negativo in campionato: è questo l'obiettivo dell'Inter. I nerazzurri iniziano il percorso europeo contro il Tottenham, queste le parole di Luciano Spalletti alla vigilia: “È sicuramente una partita che ci può fare svoltare - ha dichiarato in conferenza stampa - Queste sono gare che ti danno moltissimo a livello di motivazione: è una di quelle competizioni la Champions che non baratteresti per nulla al mondo, si vivono sensazioni davvero belle. Da quando ci sei stato non puoi più farne a meno, è una gara che capita a proposito per il momento che stiamo attraversando”.

“Confusione? Poca, pochissima. Purtroppo come i risultati positivi. Si hanno responsabilità importanti se i risultati sono stati questi, e io ho la fetta più importante: se si vanno a prendere i numeri dell’ultima partita, la confusione è poca. Abbiamo comandato la partita per 70’, calando un pochino poi e prendendo gol: dopo abbiamo fatto confusione, perdendo ordine e avendo il timore di non farcela”.

La Champions è il Luna Park del calcio, la Disneyland del football. Andando dentro un mondo particolarmente importante e bello, i calciatori preferiscono la musica per entrare in questa giostra e provarne la bellezza”.

“Cosa ci siamo detti dopo la partita contro il Parma? Dopo aver messo a letto la bambina riguardo subito la gara, poi arrivo al mattino dopo e imbastisco un discorso alla squadra: poi dipende da cosa abbiano in testa i calciatori nel fare un discorso più leggero o più pesante, se poi i calciatori vogliono partecipare, dicendo la loro, lo fanno: in questo caso non è successo. Sappiamo di dover fare tutti qualcosa di più”.

“Non so se i miei calciatori vivranno la prossima gara come una pressione: la fatica avuta lo scorso anno per arrivare a questo punto è uno stimolo superiore alla mancanza di esperienza nella competizione. C’è chi ha più esperienza in questa competizione: il Tottenham è una squadra fortissima, come lo siamo noi. È una gara che ci può far sterzare in maniera veloce”.

“Aspetti che mi preoccupano? Non siamo ancora stati in grado di acchiappare le qualità individuali del calciatore che non le ha ancora messe in pratica, ci sono valori individuali che non sono ancora emersi al meglio e sono troppo bassi. Dipendono dalla condizione della squadra e dal momento psicologico, mi aspetto da un momento all’altro questo si possa mettere nella gara”.

Kane fuori forma? Non sono d’accordo. Abbiamo visto le partite del Tottenham e lo abbiamo visto operoso in qualsiasi situazione, per scatti e metri fatti ha i numeri corretti per essere l’attaccante forte. Il Tottenham si appoggia molto su di lui, provano ad imbastire in maniera corta ma spesso finiscono per rifinire con il cross su di lui, ed è poi lui bravo a farla cascare lì, trovando con le sue sponde i calciatori che gli girano intorno”.

“Non accetto che la squadra negli ultimi 10’ si divida in due tronconi, che dopo 75’ non riesca più a riprendere il risultato: ci devono essere ordine e consapevolezza. Questo mi è piaciuto poco: abbiamo dovuto analizzare una serie di componenti e ci è mancato soprattutto il gol, chiudere qualche palla messa in area nel primo tempo. Abbiamo recuperato moltissimi palloni sui 65-70 metri, siamo stati ordinati e continui nell’atteggiamento fino a quel famoso 75’: capisco tutte le idee, ma in quel pacchetto di idea c’è costruzione, rapidità. I risultati però sono quelli, quindi dobbiamo stare zitti e raddrizzarli, stando sempre dentro questa competizione come dovremmo sempre starci”.

“Difesa a 4 o a 3? Noi abbiamo sempre giocato a 4, e costruito talvolta con la difesa a 3, come ha fatto ad un certo punto il Tottenham nell’ultima gara, facendo perdere traccia delle proprie costruzioni di gioco: quando si gioca a 4 ci sono due terzini che si aprono, poi si sviluppa a destra il terzino opposto fa il terzo centrale. O sei bravo a tenerli là, o se non sei attento rischi ripartenze nel perdere palla sulla trequarti”.

“La curiosità, la voglia di conoscere questa competizione devono essere superiori alle azioni e ai blocchi. Icardi? Lasciamolo così com’è: è fatto bene calcisticamente, siamo andati ad affollare l’area troppo spesso talvolta. A volte è meglio riportar palla a centrocampo per allentare le linee avversarie: serve estro e uno contro uno rabbioso. Dobbiamo attaccare con qualche passante sul secondo palo, perché Icardi in quelle situazioni è uno dei più forti che abbia mai allenato”.

“Abbiamo fatto un’analisi post Parma e i calciatori erano d’accordo, per questo non hanno partecipato: nessuno è intervenuto, sono tutti infastiditi da questi risultati. Non c’è bisogno di andare a stuzzicare molto i calciatori, c’è da rimboccarsi le maniche”.

“Dobbiamo tentare di tenere palla contro il Tottenham, hanno grandi armi come tecnica e fisicità: il fatto che nell’ultimo quarto d’ora abbiamo abbassato la guardia contro il Parma non mi è piaciuto. Oggi c’è solo da pulire un po’ di scorie da quelli che hanno giocato, muovendosi a giocare per quell’impulso che ti prepara alla partita”.

“D’Ambrosio va valutato: lo faremo domani. Oggi proverà a correre ma credo abbia dolore: ha preso una botta importante nel muscolo, il rischio che non ci sia c’è. Abbiamo le nostre possibilità nel gruppo che è stato creato per sopperire ad ogni cosa: ci vuole poi disponibilità di qualcuno a fare qualcosa di diverso”.

Mancanza del gol di Icardi? È frutto del momento della squadra, che non riesce ad esprimersi in maniera ottimale. Non siamo riusciti ad avere quell’equilibrio, come successo a Sassuolo, che ci consente di tenere lui in una posizione del campo dove si riesce a sfruttare il meglio che ha a disposizione”.

“Brozovic soffre la pressione nell’essere l’unico ad impostare? No, l’unico difetto che posso trovargli è di aver fatto troppa strada: deve stare nella zona che serve per gestire la squadra, ogni tanto fa queste corse tra il terzino che si sta inserendo e il centrale, e in certe azioni non lo si trova sullo sgabellino del regista. Questo poi lui lo deve mettere a posto, così perde di lucidità: deve mantenere un po’ di ordine”.

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