Donne nel Pallone - Inter-Juve al femminile, c’è sempre una prima volta...

Una domenica da prima volta capita un po’ a tutti. Anche a me, 22 anni, di nome Alessia, appassionata di calcio fin da bambina. Abituata a seguire solo le squadre maschili.

Inter-Juve, tutta al femminile: un’altra prima volta, l’occasione era troppo ghiotta per non provarci. 

Giuro, non ero molto convinta.

Ancora in molti infatti oggi pensano che che il gentil sesso non possa far numeri con un pallone ed emozionare. Forse io ero una di queste. E sono donna. Ebbene mi devo e ci dobbiamo forse ricredere: fortunatamente, l’espressione “solo i maschi possono giocare a calcio” potrebbe presto restare soltanto un pregiudizio che sta morendo.

Siamo alla scoperta di un gioco che esiste da anni, ma che ha fatto il boom solo dopo le grandi prestazioni delle nostre azzurre agli ultimi Mondiali di Francia.

Gioco. Cinque lettere che esaltano la purezza di questo sport, e le giovani calciatrici riescono bene a conservarla. Anche a Solbiate Arno, ora di pranzo, dove per la prima volta la migliore della classe incontra la nuova arrivata (l’Inter infatti l’anno scorso non era in serie A). Come all’inizio di un anno scolastico, quando non si conosce nessuno e le prove sono sempre più difficili. L’ansia era davvero alle stelle per questo primo derby d’Italia della storia, tutto vestito di rosa.

Le aspettative non sono state deluse, le neopromosse neroazzurre sono riuscite a tenere testa -almeno in parte- alla Juventus, che ancora orfana di Bonansea, ha affidato il suo attacco a Girelli. La numero 10 bianconera ha dimostrato nuovamente di essere una vera bomber, alla CR7 per intenderci. Per lei si è trattato del quinto gol nelle ultime 4 partite, decisivi per il primato a punteggio pieno, insieme al Milan.

E mentre la Girelli si distingueva in mezzo al campo, Bonansea era l’idolo sugli spalti. L’attaccante piemontese, dopo aver rassicurato i tifosi in settimana sulle sue condizioni attraverso il proprio profilo Instagram, è stata accolta con cori di ovazione e a fine primo tempo una lunga fila di bambini e bambine hanno atteso per una foto con lei.

A proposito, ecco cosa mi ha colpito di più: nonostante la sconfitta sul campo, hanno vinto la passione e l’amore dei tifosi nerazzurri, che pur essendo sotto di tre reti, non hanno mai smesso di sostenere la loro squadra. Anche con remix di cori in passato dedicati a Balotelli (“Se saltelli segna Marinelli”), chissà che non siano di buon auspicio per portare anche le ragazze alla vittoria di qualche titolo contro le Big. E così un piccolo stadio comunale si è riempito del calore di uno da serie A maschile.

All’incirca 2000 persone hanno fatto registrare il quasi tutto esaurito; la pioggia non ha intimorito nessuno, soprattutto le famiglie e le numerose bambine delle scuole calcio femminili, che con gli occhi pieni di passione guardavano le loro beniamine, sognando un giorno di diventare come loro.
Questa immagine fa crollare in toto lo stereotipo che per le femmine esiste solo la danza e questa esperienza, per me, giovane ragazza cresciuta a Zanetti e Mourinho sarà difficile da dimenticare. E ad una prima volta, seguirà sicuramente una seconda. Con meno pregiudizi e più leggerezza.

di Alessia Terraneo

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