Andreazzoli: "Temo condizionamenti arbitrali, non lo nascondo"
Una salvezza da conquistare a San Siro, contro un’Inter che all’ultima giornata invece dovrà blindare un posto tra le prime quattro. Aurelio Andreazzoli, allenatore dell’Empoli, ha parlato in conferenza alla vigilia della sfida con i nerazzurri.
“Ci attende una bella sfida, si gioca per obiettivi importanti e questo è sempre ben accetto. Spalletti? Speriamo di essere contenti entrambi alla fine. Con Luciano ci conosciamo bene, ma in questa gara indiciamo quasi niente, perché sono i calciatori che vanno in campo. La nostra importanza è relativa al lavoro che abbiamo fatto nel tempo sulla squadra e che parte da lontano. Devo molto a Luciano, sono entrato nel calcio che conta attraverso di lui, abbiamo un gran rapporto e abbiamo lavorato bene insieme. Se sono qui è per le esperienze maturate con lui poi sul fatto di esser qui per lui il presidente si è già espresso in questo senso e forse è meglio chiedere direttamente allo stesso Spalletti…”
“Siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto fino ad ora – prosegue Andreazzoli – potevamo forse fare qualcosa di più ma la squadra in questo momento e in crescita e dispiace dover adesso interrompere il lavoro. La gara è estremamente importante, andremo a giocare contro una squadra che ha numeri eccellenti calciatori importantissimi in uno stadio grandissimo: sarà tutto molto difficile ma allo stesso tempo molto bello e non è da tutti i giorni disputare questo tipo di gare da protagonisti. È una sfida che dobbiamo affrontare con il piglio giusto, senza ansia ma con il gusto di andare a giocare una gara da ricordare. Rischio euforia? Non c’è questo rischio. Quattro partite fa ci siamo detti di pensare gara dopo gara provando a vincerle tutte. Lo abbiamo fatto nelle altre tre, adesso pensiamo a questa, come la nostra partita, pronti a giocarcela al meglio senza pensare ad altro".
“Il grande pubblico sarà uno stimolo a fare meglio, con i nostri tifosi che ci stanno ancora una volta aiutando. Condizionamenti arbitrali? Li temo, non lo nascondo, perché l’Empoli non è l’Inter: leggevo in settimana un’intervista a Sacchi, che ritengo il padre di tutti gli allenatori italiani, in cui diceva che tutti si tolgono il cappello davanti al direttore di banca ma non all’usciere di turno. Gli arbitri hanno un compito importante, errare è umano e ci può stare, ma non devono, anche involontariamente, subire nessun tipo di condizionamento e pretendo che anche l’Empoli sia trattato di essere trattato come l’Inter. Non voglio il 51% ma nemmeno il 49%, accentando ogni tipo di errore che, ripeto, può capitare. Fiorentina-Genoa? Non voglio nemmeno pensare che facciano conti su di noi, presumo e mi aspetto che di là vada tutto regolare. Non è un problema mio comunque, il mio pensiero è rivolto solo alla gara contro l’Inter”.
“Un fioretto in casa di salvezza? – ha concluso Andreazzoli – Pensare a queste cose ti aiuta a sopportare un po’ l’attesa e a crearti la necessità di fare un sacrificio per avere un premio. Credo però che noi abbiamo fatto tanti sacrifici per ottenere questo riconoscimenti, se poi ci sarà da fare qualcosa per stare insieme ben venga. Ho un gruppo di amici che mi seguono sempre con cui condividiamo la passione per la biciletta e nel caso vedremo cosa fare. Futuro? Giochiamo, vediamo domani e poi parleremo”.