‘Iniziai a farla per scherzo’, ma ora la cresta del Gallo è sempre più alta: è un Belotti meraviglioso

Fame, tanta fame. Pochi segreti, solo sostanza. Genuinità. E ora, inchiniamoci al Gallo. Il nuovo capocannoniere della Serie A. “Ma … non so quanto ha fatto la Juve”. Tranquillo Andrea: il Pipita non ha segnato. Ora sei in cima. Più in alto di tutti. Da solo a comandare. Belotti’s Karma, olè. Tormentone di passaggio? No, una moda che durerà a lungo. Intanto: Palermo 1, Belotti 3. Tripletta. 3 perle in sette minuti. 22 gol in campionato: staccati Higuain e Dzeko. Ah, vero: in Spagna, uno che si chiama Messi, ne ha realizzato solo uno in più. E ora parlare di Scarpa d’Oro è la più logica delle conseguenze. Stesso numero di reti di Toni e Immobile - allora con la maglia del Toro.

Ringrazio i compagni, anche oggi mi hanno servito 3 splendidi assist”. Umiltà. A fine partita Andrea parla da leader. Linguaggio del corpo da veterano. Anzi, da Capitano. Sì, via di fascia. Per la prima volta stretta al braccio. Personalizzata, ovviamente: “Con la foto della mia ragazza e del mio cane. Sono la mia vita”. Lei, Giorgia. Perché dietro un super attaccante, c’è sempre una grande donna. Fidanzata e … moglie. Prossimamente sposi. Miss Palermo nel 2010. Conosciuta ai tempi rosaneri. Amore. E ricordi. “Per questo oggi non ho alzato la cresta”. Rispetto. Riconoscenza. Prima i valori, senza dimenticare l’obbiettivo: il gol. “Sto facendo tutto il possibile per realizzare i miei sogni. Per me, ma anche e soprattutto per i miei genitori”. Quanta voglia di spaccare. A cresta altissima. Di testa, sinistro potente, stacco esplosivo: in tutti i modi. Seconda tripletta stagionale. Quattro doppiette. Indemoniato. Ah, i rigori: tre trasformazioni sbagliate. “E se li avesse realizzati?”. Mihajlovic lo pungola. Bacchettate. Ma lui è un giocatore completo. Generoso. È quello che subisce più falli, ma allo stesso tempo dà tante ‘botte’. Scuote.

Questione di … carattere. “Merito dei miei genitori. Loro mi hanno insegnato il valore del sacrificio. E anche quello dell’aiuto al prossimo. L’anno scorso ho voluto fortemente che mia mamma smettesse di lavorare, perché non potevo più vederla così debole e stanca”. Perché se il Gallo oggi è così, lo deve soprattutto a loro. Bomber vero, si dice così? E via con i paragoni. ‘Ricorda Bobo Gol. Vialli. Graziani”. Quanti nomi. E … Sheva? “Lui era solo il mio idolo. In campo e fuori”. Generoso, simapatco e … ‘scarso a ballare’. Casereccio. Bergamasco scartato in un provino dall’Atalanta, via di Albinoleffe nel 2003. Agli allenamenti la nonna era solita portare al nipotino pane e salame per recuperare le energie. Che ora sono infinite. Sempre affamato, come oggi contro i suoi amici del Palermo. Dal 73’ al 81’, apoteosi. E quella del Gallo, in 7'15'', è la tripletta più veloce in Serie A dal gennaio 2000 (Shevchenko in Perugia-Milan).Prima di testa. Poi bacio di destro su ‘scodellata’ di Lijaic. E infine ancora con la cresta. Sempre alta. “Iniziai con questa esultanza perché il mio amico Juri Gallo mi disse di farla per scherzo”. Ma ora, Andrea, non smetterà più di alzarla. E adesso fermi tutti: inchiniamoci a Belotti.

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