In porta grazie a Toldo, Buffon l'idolo. L'arte la grande passione. Mouhamadou Sarr si racconta: "Mi tuffo pensando alle spiagge del Senegal. Prato, ora salviamoci"
Ha deciso di indossare i guantoni quando gli hanno regalato la maglia di Toldo: “Anche se non sapevo chi fosse. Un grandissimo portiere italiano, mi dicevano. Volevo diventare come lui”. L’idolo, però, non può che essere Buffon, soprattutto dopo il Mondiale del 2006: “Il punto fisso da seguire, paragonabile a Cristiano Ronaldo per un attaccante”. Parole di Mouhamadou Sarr, un ragazzo di 21 anni, che fra i pali ha trovato la sua terza casa: Sì, perché la prima è il Senegal, “Dove sono rimasto fino a sette anni, rincorrendo i primi palloni per strada con gli amici e scappando da mia nonna, che mi esortava a non giocare troppo. Poi l’Italia, che mi ha accolto” Ci racconta. Qui ha trovato gli amici e la passione per lo studio, strano per uno che in Senegal non perdeva occasione per marinare la scuola. Storia dell’Arte lo conquista fin dal primo giorno: “Ma soprattutto i grandi condottieri, quelli che hanno guidato eserciti enormi alla conquista di territori sconosciuti” Ci svela. Da Giulio Cesare a Napoleone, passando per Gengis Khan. Carducci il poeta che lo appassiona, San Martino la poesia preferita: “Anche se Dante rimane il migliore per distacco”. Non male per un ragazzo che adesso gioca a Prato, a pochissimi chilometri da Firenze: “La amo, è il fulcro di tutta l’arte italiana. Se penso che da lì ci sono passati Michelangelo, Petrarca, Dante e Boccaccio impazzisco”. Alla faccia del calciatore ignorante, che pensa solo al pallone. Ma non chiamatelo secchione eh: “Mi piaceva stare sui libri e basta. Ho sempre avuto delle medie molto alte, ma perché sono uno competitivo per natura. Nelle cose che faccio voglio primeggiare”. Poi Donadoni se lo porta sempre in prima squadra. Le assenze cominciano ad essere tante, perché gli allenamenti sono sempre di mattina: “Da lì la scelta di lasciare la scuola pubblica per la privata, perché almeno la maturità volevo prenderla. Mi sarebbe piaciuto anche iscrivermi all’università di psicologia a Cesena, ma non ho avuto modo. Peccato”. Alla fine il calcio: “E’ un treno che passa una volta sola, per lo studio si è sempre in tempo. Preferisco concentrarmi su una cosa e farla bene”. Ad intravederne il potenziale è Marco, quello che lui chiama papà anche se non lo è di sangue: “Ma per me è tutto – continua Mouhamadou – il primo tifoso, il primo allenatore, il primo autista (Ride n.d.r)”. Lui che è sposato con la madre da ormai 18 anni, lui che lo ha convinto a partecipare ad un campus estivo: “Per il quale partii con la convinzione di fare qualche giorno di vacanza”. Invece lo nota Vincenzo Benevenuto, il preparatore dei portieri del Bologna. Gli tira da ogni posizione, ma lui si butta sempre “Pensando di volare sulla spiaggia del mio Senegal”. Da lì è una scalata continua, fino alla prima squadra. Qui i consigli di Coppola, Da Costa e Mirante, che “All’ultima di campionato ha chiesto la maglia proprio a Buffon, suo ex compagno alla Juve. Poi me l’ha regalata, la tengo come porta fortuna”. Lo riempiono di consigli: “L’importanza dei tre punti e la rabbia agonistica quelli più importanti”. Indipendentemente dalla categoria, che sia Serie A o Serie C. Che sia il Bologna o il Prato, la cuoi porta difende ininterrottamente da ormai quattro giornate consecutive, dopo le tante panchine da secondo : “Voglio recuperare quello che ho perso all’inizio. Adesso devo dimostrare che in questa categoria ci posso stare, devo lavorare e basta”. Con il sogno salvezza, per cui la squadra toscana sta lottando: “Cosa che continuerà a fare fino a quando non sarà la matematica a condannarci. Siamo una squadra unita, il mister crede in noi. Daremo tutto per salvarci”. Una scelta azzeccata la sua, perché a Prato lo accolgono bene fin da subito. Non come da altre parti, dove i classici negro di m… e i versi della scimmia non si fanno attendere: “Il modo migliore per rispondere al razzismo? Parare tutto e vincere 1-0”. Una risposta di una semplicità meravigliosa, che la dice lunga sul personaggio. In porta grazie a Toldo, Buffon il modello. Le spiagge del Senegal e la famiglia la propria forza. L’esordio al Dall’Ara il sogno. Il viaggio di Mouhamadou Sarr è appena cominciato.