Il paradosso Milan, tra la B di Bonucci e Borini: attesa e risposte diverse, specchio di un mercato e di una stagione che non decollano

Aspetto quantomeno curioso, tutto legato ad una sola lettera: dal colpo più esplosivo del mercato, con mare di folla annesso a Casa Milan per un’accoglienza trionfale, a quello apparentemente meno esaltante e oggetto di tanti “perchè”. La B di Bonucci e Borini attualmente divide gli umori sulla sponda rossonera di Milano: e se chiunque avrebbe (normalmente) prospettato una forte impronta dell’ex bianconero sulla sua nuova squadra, con l’attaccante giunto da Sunderland come probabile rincalzo per far rifiatare qualche titolare, almeno per il momento dovrà ricredersi.

Difficoltà nelle difficoltà: quelle che Bonucci ha evidenziato, gara dopo gara, nella sua nuova esperienza rossonera. Motivazioni fisiche e mentali, con una condizione fisica ad occhio nudo ancora tutt’altro che perfetta per una generale insicurezza palesata, capaci di complicarne l’inserimento in una realtà totalmente inedita anche per la società stessa. Nuovo corso dal quale ripartire con la fascia da capitano affidata ad un nuovo acquisto, puntando su carisma ed esperienza per ricostruire tutto ex novo, e un’ingenuità odierna a complicare ulteriormente un periodo già nero: quello dove il Milan non vince, almeno in campionato, da più di un mese. E in cui con ogni probabilità, attendendo le decisioni del giudice sportivo, si vedrà costretto a fare a meno del proprio difensore almeno per 2/3 giornate.

Strada verso la continuità ancora aperta: linea societaria che non cambia e fiducia a Vincenzo Montella, chiaramente a tempo. Proprio ciò che l’allenatore rossonero vorrebbe ma non potrà inevitabilmente avere, tra tante soluzioni provate e risultate, almeno sinora, inefficaci. Riportare Suso ad agire nella sua posizione preferita ha regalato un pizzico di creatività in più, ma tra uomo in meno e un Kalinic non ancora al top della condizione post rientro dall’infortunio nulla è servito per ritrovare i tre punti, anche contro il Genoa. Dove a spiccare, una volta di più, è stata la consonante che porta direttamente a Borini, tra le timide e poche note liete di una squadra ancora alla ricerca di una forte identità.

Corsa, grinta, spirito di sacrificio: reinventare l’ex Sunderland da esterno largo di centrocampo, post infortunio di Conti, ha regalato una copertura a tutta fascia notevole. E poco importa se il profilo corrisponderebbe a quello di un attaccante, da sempre utilizzato prettamente in un tridente offensivo: il rendimento, con l’adattamento al nuovo ruolo, è paradossalmente aumentato di livello, al contrario di un Milan partito bene e progressivamente spentosi. Preda di un mercato ancora non decollato, tra tanti cambi di modulo e rendimenti differentemente opposti: in cui la B di Borini, in maniera inattesa, spicca anche più di quella di Bonucci. Specchio di una squadra che, tra mille difficoltà, vede l’obiettivo Champions ancora lontano, chiedendo ai suoi migliori acquisti una risposta finalmente convincente. Conscio che il tempo, anche in questo caso, troppo non attenderà.

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