"Il mio sogno è comprare una fattoria", intanto fa volare il Gubbio. La rinascita di Ciccone: "Dopo l'infortunio al ginocchio ho pensato di non farcela, ora voglio arrivare in alto"
Nella passata stagione a Messina un grave infortunio al ginocchio gli ha fatto accarezzare l’dea di non farcela: “Dovevo stare fermo qualche settimana, poi sono diventati sei mesi. E’ stata durissima”. Alla fine Nicola Ciccone si è rialzato, anche più forte di prima: “Merito della mia famiglia, mi è stata sempre vicino”. In estate il passaggio al Gubbio e la rinascita: “Ad inizio stagione ho fatto un po’ fatica, giocavo poco, giusto qualche spezzone di partita – Ha raccontato in esclusiva per Gianlucadimarzio.com - Poi con l’arrivo di mister Pagliari è cambiato tutto. Mi ha dato fiducia e sono riuscito ad emergere”. Storie simili quelle di Ciccone e il Gubbio. Storie di rinascita e riscatto. Da un infortunio o da un avvio di stagione sfortunato, che ha visto la società rossoblu essere risucchiata nelle zone caldissime della classifica. Il cambio in panchina e l’arrivo di mister Pagliari hanno risollevato la situazione, e ora il Gubbio vede addirittura la zona playoff.
Merito anche dell’ultimo successo contro il Bassano, con il gol vittoria segnato proprio da Ciccone: “E’ stata la mia seconda rete tra i professionisti, la prima contro il Renate non ha portato punti, ma quella di sabato ha rappresentato uno dei momenti più belli della mia carriera”. E l’altro? Facile da intuire per un ragazzo nato a Crema: “L’esordio con la Cremonese a 18 anni. Non lo dimenticherò mai. Ricordo ancora le lacrime di mio nonno”. Una passione, quella per la Cremonese, nata da bambino e coltivata nel tempo: “Sono tifosissimo, già ad 8 anni avevo l’abbonamento in curva che mi ha comprato mio zio, da lì non ho più smesso di seguirla”. Al momento però le loro strade si sono sperate, anche se l’obiettivo rimane sempre uno: “Diventare un punto fermo della Cremonese, anche se adesso penso a fare bene al Gubbio”.
L’inizio è quello giusto: Ciccone sta prendendo confidenza con il campo, sta diventando ormai un punto fermo per mister Pagliari. Dopo il lungo stop della passata stagione è pronto a recuperare il tempo perduto. Esterno d’attacco o seconda punta, giocatore a cui si ispira? Niente Ronaldo o Messi, Ciccone vola più basso: “Nizzetto, un vero fenomeno. Mi piace anche Berardi che ho avuto la fortuna di conoscere, è un ragazzo umilissimo”. Piedi sempre ben piantati a terra, merito degli insegnamenti della famiglia, che gli è sempre accanto: “I miei genitori mi hanno sempre sostenuto in tutto. Mio padre mi ha sempre detto ‘fai quello che vuoi, basta che lo desideri veramente, anche se decidessi di fare l’operaio sarei sempre al tuo fianco’. Ogni volta che possono vengono a trovarmi, soprattutto per portarmi mia sorella che ha 6 anni, due settimane senza di lei ed impazzisco”.
Fuori dal campo niente eccessi, solo Playstation per Ciccone: “Sono troppo pigro per fare altro, anche se a volte quando ci sono le belle giornate vado a pescare”. E non parlategli della scuola: “Per carità… Ho la terza media, ero arrivato all’ultimo anno dell’istituto alberghiero ma quando sono passato nella Primavera della Sampdoria avrei dovuto iniziare da capo e ho lasciato perdere”. Quando gli chiedono cosa avrebbe fatto se non fosse diventato calciatore ha le idee chiare però Nicola: “Avrei comprato una fattoria, ed è quello che vorrei fare ancora adesso. Come mio nonno, che ha un allevamento di pecore”. La sua carriera calcistica è appena iniziata, ma Nicola Ciccone guarda già avanti e fissa gli obiettivi: “Voglio arrivare più in alto possibile. Quest’anno punto ai playoff con il Gubbio e a fare qualche gol in più”. Per la fattoria c’è ancora molto tempo…