Il fantasma di Filippo, la sfortuna di Riccardo: Maniero (non) torna a Venezia
Non passa più Maniero. Dal Piave al Penzo, da Filippo a Riccardo. Il Cosenza vince a Venezia, ma lo fa proprio quando esce il suo ariete. Fino al 78' autore di una buona, sfortunatissima partita. A volte però è difficile fare i conti con le trame oscure del calcio.
Il minuto clou è l'ultimo del primo tempo: cross dalla destra, Maniero stacca più alto di tutti e colpisce il palo. La palla gli torna sul destro, girata a botta sicura, ancora la base del legno (praticamente sullo stesso punto) salva il Venezia lasciando di sale il 19 rossoblù. Cinque secondi maledetti, come se il fantasma del suo omonimo, che ha fatto la storia della squadra di casa, avesse posto un veto: non ci sarà altro Maniero a far gol al Penzo. Soprattutto se la maglia non è quella arancioneroverde, soprattutto se la porta è quella dove vent'anni fa Pippo realizzava il gol più bello della storia del Venezia.
Nella ripresa si capisce che non è proprio giornata per l'attaccante del Cosenza (16 partite e 3 gol in campionato). Dopo pochi minuti, a gioco fermo, un difensore del Venezia lancia la palla agli avversari che si apprestano a battere una punizione a centrocampo. Dove va a finire lo spiovente? Sulla nuca del povero Riccardo Maniero. Che si massaggia la testa, capisce subito l'involontarietà del gesto e allarga le braccia. Forse oggi non c'era molto altro da fare.
Quando poi Braglia inserisce Di Piazza e richiama l'ex Bari e Pescara, l'incantesimo si rompe. Maniero non fa nemmeno in tempo ad accomodarsi in panchina che Baez e D'Orazio confezionano il gol partita per il Cosenza. Gli dei del Penzo, scongiurato lo smacco, lasciano spazio al calcio: se proprio il Venezia deve perdere, non sarà mai nel loro nome. La sfortuna di chiamarsi Maniero, ma non Filippo.