Il Chiodo Fisso, gli arrosticini, la chat con Soddimo&co. Inside Immobile, cronache da Pescara: "Ecco come divenne Grande"

Metti una sera a cena, in Abruzzo. "Tutti a casa di Ciro!". Gli amici, la play, Fifa. "Erano tutti fissati coi videogiochi". Infine il cuoco. Quello che "cucina per tutti e fa pure la spesa". Poi la neve, tutto bianco per strada: "Fuori non si poteva uscire, era meglio stare a casa tutti insieme". "Neve? In Abruzzo?!". A Pescara poi. "Ebbene sì, non si vedeva da 20 anni, ma tanto stavamo da Ciro". Tutto era possibile quell'anno lì, ogni cosa. Pure Zeman promosso in A col suo Pescara. Oggi favoletta da raccontare a chi è più piccolo: "C'erano Insigne, Verratti, Sansovini e infine Ciro, il bomber da 28 gol che ora segna con la Lazio". Anche se tutto partì da lì, da una nevicata. Da un gruppo unito. Impossibile comprendere il presente senza studiare il passato.


La storia: "Fu un'annata fantastica". Oggi 8 gol in 10 gare con Inzaghi. Prima, col Pescara, lo stesso score. Ricordi di quel Ciro che fu. Immobile, lui. Solo di nome e mai di fatto perché "è uno degli attaccanti migliori ad attaccare gli spazi". Parola di Leo Sfamurri. Non un calciatore, occhio. Semplicemente un amico vero. Sincero. Uno che gli ha fatto da autista al matrimonio: "E Jessica gliel'ho presentata io!" rivendica con orgoglio su GianlucaDiMarzio.com. Ah sì? Leo ci racconta in esclusiva com'è andata: "Ero il proprietario di una discoteca, il sabato i giocatori avevano la serata libera e venivano a trovarmi. Ciro adocchiò una ragazza...". "Allora? La conosci? Me la presenti?". Sbirciava, domandava di continuo: "Così sono andato da lei, le ho detto che un mio amico voleva conoscerla. Jessica si vergognava, era un po' timida. Poi è diventata sua moglie...".



Con Leo autista d'eccezione: "Siamo partiti dal mio locale travestiti da Mariaci, gli abbiamo fatto una serenata sotto casa. Tre giorni dopo li ho portati in chiesa". Parti di vita, frammenti. Polaroid. Istantanee frutto di un rapporto costruito nel tempo: "Ci siamo conosciuti a Pescara, ho un ristorante chiamato il Chiodo Fisso. Ciro veniva quasi ogni martedì, con altri 6-7 ragazzi abbiamo ancora la stessa chat su Whatsapp in cui parliamo tutti i giorni. Ci siamo io, Ciro, Soddimo, Antonio Bocchetti, Maniero del Bari, Balzano, Petterini e Francesco Monaco, un ragazzo di Torre Annunziata".



Ora la Lazio però, inizio top: "Sta benissimo, me ne parla spesso. Con Keita e Felipe va alla grande, anche la moglie si è ambientata, non hanno problemi". Nacque tutto al Chiodo Fisso, quasi per gioco: "Venivano sempre per guardarsi la Champions". Arrosticini a più non posso: "Tanti quanti... il numero di maglia!". Qui parte l'aneddoto: "Immobile aveva il 17 e ne prendeva 17, appunto. Balzano 14 e così via. Era una cosa scaramantica". Piatti preferiti? "Straccetti con la mortadella alla brace. Poi scamorza affumicata con prosciutto crudo, tutta roba abruzzese".


Ragazzo d'oro Ciro: "Cuore immenso!". Sempre in prima linea per iniziative benefiche: "Dopo il terremoto di Amatrice ho deciso di raccogliere una sfilza di magliette indossate dai calciatori, venderle e devolvere tutto in beneficenza. Parliamo di più di 200 maglie, di tutte le squadre. Juve, Milan, Lazio, Roma, Napoli. E Ciro si è mosso subito!". Giro di chiamate: "Ha contattato Darmian al Manchester e se n'è fatte mandare varie, da De Gea a Depay. Poi anche Belotti, mi ha portato 2-3 carichi di magliette. Anche Pastore, Cavani, Lapadula. Una bella raccolta, lui è stato il primo a dare una mano. Ripeto, un cuore immenso". Tutt'ora tale, poi. Grazie alla Lazio. Anche se iniziò tutto a Pescara. Storia, in una storia già scritta. La play, gli amici, Jessica. Quegli arrosticini scaramantici. E infine Leo, amico sincero. Al ristorante, come sotto la neve. Cucinando insieme.



Inside Immobile, cronache da Pescara. Finita qui? No, c'è altro. Perché per completare il nostro viaggio nel mondo di Ciro abbiamo ascoltato altri pareri. Da Marco Sansovini al presidente Sebastiani. Ecco le nostre interviste in pillole, tra aneddoti vari e complimenti. Sempre in esclusiva su GianlucaDiMarzio.com.



ANTONIO BOCCHETTI (ex difensore, oggi lavora per la Paganese)

"Ciro è un ragazzo eccezionale, molto umile. Come la famiglia, deve tutto ai valori che gli hanno trasmesso. Gli hanno insegnato come si lavora". Anche lui ricorda la famosa chat: "E' rimasta, sì. Com'è rimasto il solito Ciro di sempre, serio e disponibile. Ha il gol nel sangue ed è un atleta esemplare. Sta sempre avanti a tutti, corre molto, è generosissimo. Si merita tutto quello che ha". E il rapporto con Zeman? "Gli diceva che la squadra non giocava bene a causa sua! Ovviamente scherzava, lo faceva per spronarlo, aveva segnato 28 gol. Era un continuo punzecchiarlo, ma lo considerava moltissimo. Secondo me l'avrebbe portato anche alla Roma". Il rapporto d'amicizia è rimasto: "Ci sentiamo quasi sempre, la Lazio è stata furba, ha colto l'occasione al volo".

MARCO SANSOVINI (ex attaccante del Pescara, oggi al Teramo)

"Il mio ricordo di Ciro è legato alla prima giornata di campionato, contro il Verona. Non doveva giocare titolare, poi Zeman si arrabbiò con Maniero perché si presentò alla riunione tecnica con la tuta arrotolata. Al Boemo non piaceva questo vestiario. E' partito così. Poi certo, si è guadagnato tutto quello che ha avuto!". Rapporto buono tra i due, reso solido a suon di gol: "Io lui ed Insigne formavamo il tridente offensivo, mi sono trovato molto bene. Ciro è un trascinatore, aveva già una grande voglia di arrivare. Si vedeva in campo". I consigli di Zeman erano utilissimi: "Gli diceva sempre che avrebbe potuto fare di più. Ciro segnava 2 gol? Lui gli diceva che ne avrebbe potuti segnare 3 o 4. Era fatto così, ma lo stimolava. Ora ha trovato l'ambiente giusto, si sente importante".

LUCA ANANIA (ex portiere del Pescara, oggi allenatore)

"Non mi sorprende, ciò che faceva a Pescara lo sta facendo a Roma. Con Zeman ha fatto vedere tutte le sue caratteristiche, è uno dei più forti a buttarsi negli spazi. L'ha dimostrato a Torino, ora anche con la Lazio. Zeman non voleva che giocasse troppo lontano dalla porta, sull'esterno. Voleva che agisse da centrale. Immobile è uno che svaria, si muove, un giocatore estroso". Anche tra i due, un ottimo rapporto. E quanti gol in allenamento: "Me ne ha fatti tanti! E' un ragazzo umile, simpatico, un giocherellone. Ma quando c'era da lavorare, lavorava. Mi ricordo un suo gol contro il Gubbio in casa, una grande giocata. Era un periodo in cui non segnava, si sbloccò così". I due si sono anche rivisti: "A Livorno, abbiamo giocato contro, mi ha dato la maglia ci siamo salutati".



DANIELE SEBASTIANI (presidente del Pescara)

"Veniva da una stagione negativa tra Siena e Grosseto, l'ho voluto personalmente e ho spinto molto. L'avevo visto a Chieti durante i giochi del mediterraneo e mi colpì, venne da noi con la fame giusta. All'inizio Maniero partiva in vantaggio, Zeman non vedeva Ciro come un titolare. A Verona doveva giocare lui, ma si presentò con la tuta tirata su e Zeman lo mandò in panca. Ciro iniziò a segnare e non usci più". Il presidente svela anche un aneddoto di mercato: "All'epoca avrei potuto riscattarlo, ma il Pescara era al primo anno di A e non poteva permetterselo. Ho sempre detto che alla Lazio avrebbe fatto bene. E' un ragazzo d'oro, eccezionale, bravissimo. Si fa voler bene e sono contento per lui".

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