Il buio, poi l'ennesimo ritorno. Marco Reus ora vola in Russia: "Quello al crociato l'infortunio più brutto della mia vita"
Quaranta infortuni nelle ultime sette stagioni. L’ultimo nella finale di Coppa di Germania con l’Eintracht Francoforte di un anno fa: addio crociato e dieci mesi di stop. Una mazzata per chiunque. Non per uno come lui, che in patria hanno soprannominato The Comeback Kid”, ovvero il ragazzo dei ritorni in grande stile. L’ha fatto anche stavolta Marco Reus, rientrando a febbraio e segnando sette gol nelle ultime undici partite: “Se c’è qualcosa di divertente durante la riabilitazione? No, proprio un bel niente - racconta con il sorriso il giocatore del Borussia Dortmund al DFB - se non la sensazione di stare meglio, settimana dopo settimana. Immediatamente dopo l’intervento chirurgico ho lavorato per riportare in condizione i miei muscoli, altrimenti mi sarebbe servito ancora più tempo”.
Tanti infortuni per lui, ma Marco non ha dubbi: “La rottura parziale del legamento crociato è stato quello più pesante. Durante lo stop, a un certo punto, sono scappato con la mia ragazza. Volevo pensare ad altro”. Una palla toccata solo dopo cinque mesi, poi il ritorno. Come al solito devastante: “Come faccio? Eh, bella domanda… quando subisco un infortunio la mia idea è sempre quella di tornare subito al top, come ero prima. Voglio trascinare la squadra. Poi il buon feeling con l’allenatore mi ha aiutato, perché altrimenti ci sarebbero volute altre quattro settimane”.
L’infortunio alla caviglia sinistra prima del Mondiale del 2014. Stessa sorte anche per l’Europeo del 2016. Marco Reus e la Germania, storia di una relazione piuttosto complicata. Adesso, però, sembra arrivata l’occasione giusta. Il ct Low, infatti, lo ha inserito fra i convocati per il Mondiale in Russia: “Abbiamo parlato e sono molto contento che sia andata così. Sulla sinistra ci sarà competizione, ma in un torneo così intenso servono almeno due soluzioni per ruolo. Noi i favoriti? Certamente, quando sei il campione in carica della Coppa del Mondo non è mai facile. Innanzitutto non bisogna sottovalutare Messico, Corea del Sud e Svezia, poi penseremo agli avversari che ci toccheranno dopo”.
E se la Germania dovesse andare piuttosto avanti, Reus salterebbe i primi giorni di raduno del nuovo Borussia Dortmund targato Lucien Favre, con cui ha già lavorato ai tempi del Borussia Monchengladbach: “Fra gli allenatori di club che ho avuto è stato sicuramente il migliore. Naturalmente è passato molto tempo dalla stagione 2010/2011, quando abbiamo lavorato insieme a Gladbach. E’ molto meticoloso, sia in ufficio che in campo, fa tutto da solo e vuole tenere tutto sotto controllo”. Il migliore di sempre, dunque. Un grande attestato di stima per chi ha avuto allenatori come Klopp, pronto a giocarsi la sua seconda finale di Champions, e Tuchel, che ha da poco firmato con il PSG.