Russia 2018 | I 10 talenti da seguire al Mondiale

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Alcuni già affermati, altri ancora poco conosciuti. Tutti si preparano a stupire il mondo. Sono i giovanissimi talenti che aspirano al ruolo di stella di Russia 2018. Dal Messico alla Spagna, passando per Inghilterra e Marocco. Occhi aperti, potrebbe essere qualcuno di loro la prossima promessa del calcio mondiale. Tutti nati dal ’95 in poi, ecco 10 giovani che potrebbero stupire al prossimo Mondiale.



GABRIEL JESUS (Brasile, '97)




Tra le favelas di San Paolo è facile scorgere il faccione sorridente di Gabriel Jesus nel suo classico modo di esultare, con la mano a mo’ di telefono vicino all’orecchio. Un po’ più in basso, tra le case fatiscenti un campetto da calcio si estende sovrastato dal murale dedicato all’attaccante del Manchester City. Quasi uno scherzo del destino, per un ragazzo poco più che ventenne, che appena 4 anni fa dipingeva le strade di San Paolo in vista del Mondiale di Brasile. Un esempio di riscatto, una storia da favola. Dalla fame alla gloria, nel giro di poco. Parabola di Gabriel Jesus, che dopo ogni gol chiama la mamma che gli ricorda sempre da dove è partito. Probabilmente lo farà anche in Russia, dove sarà sicuramente uno dei talenti più interessanti da osservare.


WERNER (Germania, '96)




Classe ’96, probabile Mondiale da titolare di una delle nazionali più quotate e un futuro quasi certo in un top club europeo. Timo Werner ha appena 22 anni ma è uno degli attaccanti più interessanti d’Europa. In Germania lo hanno paragonato a Klose per il suo modo di giocare, e l’accostamento non sembra così azzardato. Come l’ex centravanti di Bayern Monaco e Lazio, Werner abbina tecnica e velocità, oltre ad un’innata capacità di finalizzare in area di rigore. Corre i 100 metri in 11 secondi ed ha già segnato 47 gol in Bundesliga. E’ stato il giocatore più giovane ad esordire con la maglia dello Stoccarda e il più pagato della storia del Lipsia, che nell’estate del 2016 sborsò 10 milioni per assicurarselo. Ha iniziato la sua carriera da esterno d’attacco prima della definitiva esplosione da centravanti. Nelle prime apparizioni in maglia tedesca è stato fischiato per il tormentato passaggio dallo Stoccarda al Lipsia (club poco amato in Germania), ma in Russia è pronto a far ricredere tutti.



MILINKOVIC-SAVIC (Serbia, '95)




Qualcuno lo ha definito ‘il centrocampista ideale’, di quelli usciti da un laboratorio. Ha tutto al punto giusto: è un gigante col fioretto. Difficile capire come faccia ad essere così leggero nei movimenti nonostante i suoi 191 centimetri e la stazza da corazziere. Milinkovic-Savic riesce a fare quasi tutto, e lo fa bene. Imposta, segna, apre spazi, delizia con giocate da fuoriclasse. Con la Lazio è esploso, ora lo vogliono tutti. Potrebbe scatenare un’asta milionaria e Lotito già ha fatto il prezzo tra il serio e il faceto: “100 milioni? Sì, per gamba…”. Una battuta, che potrebbe però assumere i contorni di una mezza verità se il gigante serbo disputasse un Mondale da protagonista.



LOZANO (Messico, '95)




A Pachuca, paese messicano dove è esploso il suo talento, lo hanno ribattezzato ‘El Chucky’, come la bambola assassina che seminava terrore nell’omonimo film. Un soprannome che Hirving Lozano si è guadagnato tenendo spesso col fiato sospeso le difese avversarie. Quattro anni al Pachuca per coltivare il talento e vincere una CONCACAF Champions League, prima di passare al PSV per 10 milioni, cifra record in uscita per il campionato messicano. Anche in Olanda ‘El Chucky’ Lozano ha continuato a segnare dando continuità al suo talento e contribuendo alla vittoria dell’Eredivisie con 27 presenze e 17 reti. Ora il mondiale in Russia con il suo Messico per terrorizzare le difese di tutto il mondo.



DELE ALLI (Inghilterra, '96)




Il ragazzino dall’infanzia difficile si è fatto uomo, nonostante la giovane età. E’ dovuto crescere in fretta Dele Alli, che da rissoso studente si è trasformato in uno dei centrocampisti più promettenti d’Europa. Dalla strada al mondiale di Russia, dalla paura di non farcela alle luci della ribalta. Fino a 13 anni Dele non sapeva cosa fare della sua vita, l’affidamento ad una famiglia adottiva a causa dei problemi di alcolismo della madre lo ha salvato. Ha scoperto il calcio e non l’ha più mollato. Merito del Tottenham, che ha creduto in lui e vinto una scommessa rischiosa. Ora Dele Alli segue la strada degli idoli Lampard e Gerrard ed è pronto a disputare un Mondiale da protagonista. Solo con il nome scritto sulla maglia però, perché il cognome che gli ricorda un passato da dimenticare lo ha accantonato ormai da un po’, ora pensa solo ad un futuro tutto da scrivere.


HARIT (Marocco, '97)




Fantasista puro, di come non se ne vedono in giro da un po’. Istinto totale, spesso alla ricerca del colpo ad affetto. Amine Harit può giocare in ogni porzione del centrocampo, anche se ormai sembra aver trovato la sua dimensione ideale da trequartista. Ragazzo sensibile, tanto che il direttore sportivo dello Schalke04 in estate lo ha convinto a trasferirsi in Germania facendogli vedere su un tablet un video della calorosissima Veltins-Arena , facendo leva sul lato emotivo del fantasista classe ‘97. In campo però non è affatto docile, anzi è difficile inquadrarlo in un ruolo preciso. Parte trequartista, poi svaria su tutto il fronte d’attacco. Libero di esprimere il suo talento. Alla sua prima stagione in Bundesliga ha collezionato 31 presenze, 3 gol e 6 assist. ‘Enfant prodige’, che dopo tutto la trafila nelle nazionali francesi (vince anche un Europe U-19) ha scelto di giocare per il Marocco, con cui in Russia avrà probabilmente un ruolo da protagonista.


ASENSIO (Spagna, '96)





Gli amanti delle statistiche prendessero nota, perché Asensio è pronto ad aggiornarne una. Per esempio quella che dice che il fantasista del Real Madrid segna ad ogni esordio. E’ già successo in Supercoppa Europea, Champions League, Coppa del Re, Liga e Supercoppa Spagnola. Sarà il turno anche del Mondiale? Niente di impossibile per un 22enne abituato già a vincere tutto. Personalità da vendere: appena arrivato al Real dopo il prestito all’Espanyol ha sostituito Cristiano Ronaldo infortunato segnando due gol in due partite, tanto mettere in difficoltà Zidane sulle gerarchie d’attacco. Da lì in poi una rapida ascesa fino ad essere considerato il nuovo ‘crack’ del calcio spagnolo. Etichetta pesante, ma le spalle di Asensio sono già abbastanza larghe per reggerne il carico, a partire dal prossimo Mondiale.


DOLBERG (Danimarca, '97)




Bello da vedere, elegante e letale. Kasper Dolberg è una delle nuove stelle dell’Ajax pronte ad esplodere. Segue le orme di Milik, Suarez e Ibrahimovic ed è stato scoperto dallo storico osservatore dei lancieri John Steen Olsen. Si ispira a Bergkamp ed è seguito da tempo da club di mezza Europa. Quest’anno non ha segnato tantissimo (5 reti), ma nonostante i suoi 21 anni ha già messo a segno più di 30 gol con la maglia dell’Ajax, fino a diventare un punto fermo della Danimarca, con cui aspira in Russia al ruolo di sorpresa del Mondiale.


MBAPPE' (Francia, '98)




Potrebbe essere una delle stelle più luminose del Mondiale, perchè in fondo Kylian Mbappé è da sempre abituato a bruciare le tappe. A 13 anni la Nike lo aveva già messo sotto contratto, a 14 un emissario del Real Madrid se ne innamorò vedendolo durante una partita al Clairefontaine, il centro all’avanguardia dove maturano i giovani talenti francesi. A 16 anni è diventato il giocatore più giovane ad esordire con la maglia del Monaco. Una montagna di record per un ragazzo che solo un anno fa è stato pagato quasi 180 milioni dal Psg. Valutazione destinata a salire, forse già in estate, con un Mondiale da protagonista alle porte.


GONCALO GUEDES (Portogallo, '96)




E’ stata una delle rivelazioni più sorprendenti dell’ultimo anno di Liga, uno da tenere sicuramente sott’occhio in Russia. Goncalo Guedes si ispira da sempre a Cristiano Ronaldo e con il Portogallo i due potranno finalmente giocare insieme. Qualche addetto ai lavori dice che si somigliano anche: forse un’esagerazione, ma l’ala del Valencia ha dimostrato di avere colpi da campione. Arrivato in Spagna in prestito dal Psg dopo tutta la trafila nelle giovanili del Benfica, in un anno è riuscito a giustificare i 30 milioni che il club parigino ha sborsato per lui appena una stagione fa. Destra o sinistra, l’esterno classe ’96 si muove alla grande ovunque, all’occorrenza anche alle spalle della punta. Elegante, preciso e funzionale, è stato uno dei segreti del Valencia capace di centrare la qualificazione in Champions. Cinque gol e 11 assist nell’ultima stagione in Spagna, numeri importanti che potrebbero portarlo ad essere protagonista anche in Russia.

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