Effetto Hellodì: l'Academy pensata per chi vuole raccontare lo sport
“Cercate di emozionarmi”, ci disse Gianluca Di Marzio assegnandoci l’articolo decisivo.
Grazie a quell’articolo, ora, scrivo qui da oltre un anno. Merito della Hellodì Academy di Milano: mi ricordo di aver rotto la rete del letto per l’euforia, quando mi avvertirono di avermi preso per quello che inizialmente era uno stage. Nemmeno un mese prima ero solo con i miei sogni. Voglia di buttarmi tanta, esperienza poca, network zero. Poi il corso intensivo che ha cambiato tutto.
Due settimane di giornalismo vero, la passione e le idee trasmesse da un team di insegnanti capaci di sbalordire sempre. Provare per credere. Tuffatevi.
La stanza è piccola. Voi, il computer, le cuffie. Prova di telecronaca. Avete presente quella che avete sempre sognato da piccoli, dribblando le sedie in salotto o giocando a Fifa? Ecco, ci siamo. Solo che il tutto sarà valutato da Dario Massara. E il monitor sta per mostrare una partita a caso. Senza nemmeno dire quale, niente volume. “Commentate quello che vedete e lasciatevi andare”, l’unico consiglio. Facile a dirsi.
A me capita Milan-Juve 1-2, 32^ giornata del campionato di Serie A 2015/16. Chi se la dimentica. Oggi. Lì furono tre minuti di fantozziana memoria: nel pallone più totale. Quando San Siro si alza in piedi e applaude comincio a parlare della coreografia, dell’emozione per un grande classico del calcio italiano, la sfida tra Allegri e il suo passato. Fuffa. Dopo tanti, troppi secondi però non posso più non capire. Era in corso il minuto di silenzio per la morte di Cesare Maldini. Voglio morire anch’io. E se fosse stato in diretta? Meno male che “Mai dire gol” non lo fanno più…
Piccola consolazione: figuracce così toccano anche ai miei compagni. Rivediamo le nostre telecronache e ridiamo. Esorcizziamo. Tra gli appunti tecnici del prof. E a quel punto gli chiedo: “Ma perché tutto questo? È stata un’umiliazione!”. Dario sorride: “No, è stata la peggior telecronaca della vostra vita. Ve la ricorderete. Ora potrete solo migliorare. E arrivare preparati”.
La settimana dopo ci risiamo, ma stavolta abbiamo due giorni per studiare il match che avremmo commentato. Annotiamo statistiche, curiosità sulle due squadre, sulla competizione e sullo stadio, schede complete dei giocatori. Come richiede il mestiere del telecronista. Siamo pronti. Andiamo come dei treni. Tutti.
Vale lo stesso sotto le telecamere, modulo conduzione con Monica Bertini. Ci presentiamo impacciati, mani in tasca e imbarazzo da prima media. Ci salutiamo disinvolti e showmen, ognuno è capace di far valere i suoi punti di forza. Da zero a hero soprattutto dal punto di vista umano: si dice che il mondo del giornalismo sia ‘cane mangia cane’, lì invece ho scoperto un gruppo di amici che dura ancora oggi.
Alcuni di loro hanno avuto la mia stessa fortuna. Chi premiato da uno stage da telecronista, chi da social media manager in ambito sportivo. Io in questa redazione, a caccia di notizie e storie. L’adrenalina del calciomercato ma ancora di più, forse, la passione di raccontare con occhi diversi.
A maggio scatterà una nuova edizione dell’Academy (QUI tutti i dettagli). Magari il prossimo articolo così lo potrete scrivere voi che state leggendo. Ve lo auguro. Mi raccomando però: non fermatevi davanti a una telecronaca da incubo. Anzi, ringraziate anche quella.