La storia di Mejbri, l’Annibale del calcio pronto per le proprie conquiste

Impossibile non riconoscerlo. Per capigliatura e per il nome che porta: Hannibal. Come il condottiero cartaginese considerato come uno dei più grandi generali dell’antichità. Un nome che dice molto: Hannibal Mejbri vuole diventare uno dei migliori calciatori al mondo. Intanto, il giovane centrocampista del Manchester United, classe 2003, ha già raccolto le prime grandi soddisfazioni: pochi giorni fa è stato eletto miglior giocatore dell’anno della categoria Under 23. Domenica ha esordito in prima squadra, premiato da Solskjaer. “Ma è solo l’inizio”, ha commentato il giocatore su Instagram.

 

 

Mejbri è cresciuto a Parigi. Ha avuto la fortuna di avere dei genitori presenti e sempre premurosi, che si sono sempre preoccupati della sua educazione, prima di permettergli coltivare il sogno del calcio. Un sogno percepibile già all’età di due anni, quando il piccolo Hannibal seguiva il fratello maggiore per giocare a calcio, anche per la strada: “Una volta – raccontò il fratello – si sbucciò un dito cascando nell’asfalto mentre giocava. Tornammo a casa e nostro padre ci mise in punizione. Hannibal non piangeva mica per il dito, ma perché non poteva uscire per giocare a calcio”. All’età di sei anni poi ha iniziato a fare sul serio: entra nel settore giovanile del Paris FC, la seconda squadra di Parigi. E tutto ha inizio.

 

 

MEJBRI: SULLE TRACCE DI MBAPPÉ E POGBA

 

Ci mette poco Mejbri a colpire i suoi istruttori. Intelligenza e tecnica palla al piede superiori alla media dei suoi coetanei. È un centrocampista superiore, per qualità e pensiero, già da piccolo: “Giocava e pensava come i grandi”, si ricorda uno dei suoi primi allenatori. Nel 2017, dopo sei anni, cambia società: passa al Boulogne Billancourt e svolge la stagione presso la INF Clairefontaine, l’accademia francese dove i migliori prospetti del paese si allenano durante la settimana, prima di giocare nel weekend con la propria squadra di appartenenza. A fine anno vince la Coppa di Parigi battendo l’Under 15 del PSG. Che lo osserva e lo corteggia, ma lui rifiuta. Sceglie il Monaco: “Qui i giovani hanno molte più possibilità”. Mejbri pensa a Kylian Mbappé, anche lui passato prima dall’INF e poi dal Monaco: “È un modello per me. Voglio seguire le sue tracce”.

 

 

Ma con il Monaco il rapporto dura poco. In un anno brilla e si fa mettere gli occhi addosso dai migliori club europei: in particolare dal Manchester United. L’entourage del giocatore inizia una battaglia con il club monegasco: “Il contratto non è omologato secondo le norme”. Inizia un braccio di ferro inusuale per un giocatore di appena 16 anni. Alla fine il Monaco cede: nell’estate del 2019 Mejbri firma per il Manchester United, che lo paga 10 milioni tra parte fissa e bonus. Contenti tutti, più o meno. Con il trasferimento si chiude un capitolo complicato che lo ha aiutato a maturare: “Non è stato facile, ho ricevuto insulti, ma ho imparato a non rispondere, a non reagire e a concentrarmi su me stesso. I miei amici mi hanno aiutato a stare tranquillo, la mia famiglia a tenere la testa sempre salda sulle spalle. Io voglio solo giocare a calcio, divertirmi e migliorarmi continuamente”.

A chi gli diceva che fosse impossibile cavalcare le Alpi con gli elefanti durante le sue campagne, Annibale diceva: “Troveremo una strada. Oppure ne creeremo una nuova”. Da Parigi a Manchester. Prima gli U18, poi gli U23, ora la prima squadra dello United a soli 18 anni. Questa è la via tracciata da Mejbri per arrivare alle conquiste personali. Hannibal non solo di nome. Tra poco non sarà riconoscibile solo per il look.

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