Guly: "Lo scudetto col Milan l'emozione più grande. Derby? Tifo per entrambe"
Milano-La Plata, nel tempo di un colpo di telefono… a cui ci buttano giù. "Meglio che mi contatti con Whatsapp che qua in Argentina le chiamate normali non vanno tanto bene". Ma come? Inizia con un audio divertito la nostra intervista ad Andres Guglielminpietro, per tutti Guly.
Milano: una città, una partita. Il cuore diviso a metà
Riproviamo. Italiano ancora perfetto, nonostante siano anni che vive dall’altra parte del mondo: "Lavoro spesso con italiani. Vengo a Milano ogni tanto". È proprio di Milano che vogliamo parlare. E del suo derby. Guly ne ha vissuti tanti, giocati sia dalla barricata rossonera che nerazzurra: "Mi ricordo la città in fermento già da settimane prima della partita. Per caricarmi ascoltavo spesso la radio. Parlavano tutti di questa Madonnina…". Ora, da spettatore, resta imparziale, con il cuore perfettamente diviso a metà: "Tifo per entrambe. Spero che domenica sia una grande partita e vinca il migliore". Smentisce così voci che lo danno più legato all'Inter piuttosto che al Milan.
Guly al Milan...
Nel 1998 compie il percorso inverso della nostra chiamata. La Plata-Milano. Dal Gimnasia passa al Milan per 10 miliardi di lire. Il capoluogo lombardo lo gira a piedi. "Tanto nessuno mi riconosceva". Spesso nelle serate libere si mette a suonare la chirarra: "Bei tempi quelli, ora che faccio il procuratore non l'ho più suonata". Il suo primo derby lo gioca il 13 marzo 1999. La partita finisce 2-2 e a maggio il Milan di Zaccheroni alza il suo 16^ scudetto: "Guarda che con la memoria sono pessimo. Non mi ricordo neanche chi ha segnato per noi in quel match". Doppietta di Leonardo, lo aiutiamo noi, ridendo insieme. Torniamo seri."Quello che posso dire è che con il mister ci sentiamo ancora, è stato fondamentale nella mia crescita. Mi ha aiutato ad adattarmi a un campionato tutto nuovo". E lui ha aiutato il mister a vincerlo, quel campionato. Con il gol decisivo a Perugia: "È stata l'emozione più grande che mi ha dato il calcio. Nello spogliatoio dopo la partita ricordo la gioia di mio padre che era entrato per abbracciarmi e festeggiare".
... poi all'Inter
Il feeling che il centrocampista sente con Zac non scatta invece con Hector Cuper, quando nel 2001 passa sull’altra sponda del Naviglio, scambiato con Christian Brocchi. Con la maglia dell’Inter Guly colleziona 30 presenze in due anni. E anche se con i ricordi non ci sa fare, qualcosa di incancellabile nella sua mente c’è. Ed è, ancora una volta, un’emozione: "Gli ultimi 25 minuti di quel derby d’andata in semifinale di Champions. Ero tesissimo, appena entrato al posto di Conceição. Eravamo “fuori casa”, quindi sentivo tanti fischi che si confondevano con applausi. Non ricordo come ho giocato. So solo che è finita 0-0". Poi sappiamo tutti come è andato il ritorno, con il Milan che volò a Manchester grazie al pareggio con gol di Sheva.
Amicizia: il valore più grande
Ora però dobbiamo proprio chiedertelo. Perché non hai ricordi precisi di quelle partite? "Perché vivo di amicizie nel presente. Sarò forse un po’ noioso, ma questo conta per me". A quei tempi Whatsapp non c’era ancora. Nemmeno i social per postare qualcosa e aiutarsi con la memoria. "Parlavamo molto di più tra compagni, che per me contavano soprattutto fuori dal campo. Per quello ora ho tantissimi amici sia dell’Inter che del Milan". Tipo? "Zanetti lo vado a trovare a Como. Anche con Gattuso mi sento tante volte, poi Maldini, Boban, Costacurta, Vieri…". Va bene abbiamo capito. Per fortuna però che ora c’è Whatsapp, altrimenti non sarebbe stato facile fare l’intervista con la linea che prende male. Ci salutiamo. Buon derby Guly. Magari un giorno ti incroceremo per le strade di Milano, come è successo al nostro Gianluca qualche mese fa. E ti riconosceremo anche noi.