Guardiola: "La Spagna vive una deriva autoritaria"

“Un attacco diretto ai diritti umani”. Non usa giri di parole Pep Guardiola per commentare la decisione della Suprema Corte spagnola, che nelle scorse ore ha giudicato meritevoli di pena detentiva (dai 9 ai 13 anni) tutti i leader politici separatisti che due anni fa a seguito del referendum d’indipendenza si assunsero la responsabilità della gestione del governo catalano. 

Prima il Barcellona, poi alcuni dei suoi tesserati, tra cui il capitano Pique: una difesa ad oltranza della Catalogna, appoggiata anche da Guardiola, che tramite un lungo video ha detto la sua sulla questione. Lo ha fatto in modo diretto, usando anche parole forti: “La Spagna vive una deriva autoritaria in base alla quale la legge antiterrorismo viene utilizzata per criminalizzare il dissenso e persino per perseguitare gli artisti che esercitano la loro libertà di espressione. I leader condannati oggi rappresentano i partiti politici di maggioranza e le più importanti entità della società civile in Catalogna”. 

E ancora: “Né il governo di Pedro Sánchez, né alcun governo spagnolo hanno avuto il coraggio di affrontare questo conflitto attraverso il dialogo e il rispetto, ma hanno optato per la repressione come unica risposta. Questa lotta non violenta non si fermerà fino alla fine della repressione e al rispetto del diritto all'autodeterminazione, come è stato fatto in Quebec o in Scozia. Chiediamo una soluzione politica e democratica al governo spagnolo. Ciò che chiediamo è: "Spagna, siediti e parla. 

 "Chiediamo alla società civile internazionale di esercitare pressioni sui propri governi per intervenire in questo conflitto e trovare soluzioni politiche e democratiche. Chiediamo alla comunità internazionale di posizionarsi chiaramente attraverso una risoluzione del conflitto basata sul dialogo e sul rispetto.  Ribadiamo che in questo contesto esiste un solo modo: sedersi e parlare. Siediti e parla”, conclude Guardiola.  

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