Guardiola al City: quando tutto poteva saltare per una casa lussuosa
L’arrivo di Pep Guardiola in Inghilterra ha definitivamente portato il Manchester City ad avere una vera e propria dimensione internazionale. È vero, in Europa i trofei mancano ancora, ma nel mondo del calcio l’ex Barcellona rappresenta molto più di un semplice allenatore. E pensare che, tre anni fa, il suo arrivo al City stava saltando per colpa di una richiesta… piuttosto particolare.
Come raccontato da Lu Martin e Pol Ballus in “Pep’s City: the making of a superteam”, libro dedicato all’avventura inglese di Guardiola, l’allenatore spagnolo desiderava infatti una casa lussuosa come compenso dell’accordo con il club di Manchester. Pep voleva trasferirsi con la propria famiglia in un palazzo in centro città, simile a quello in cui viveva a Monaco di Baviera, ma il City ha trovato non poche difficoltà per accontentarlo. Inizialmente, infatti, il ds dei Citizens Txiki Begiristain aveva ordinato al suo collega-intermediario David Quintana di recarsi in Germania in gran segreto. Così, una volta arrivato a Monaco, Quintana aveva incontrato Guardiola in un ristorante vietnamita per esporgli i piani presenti e futuri del club. Ma la nuova abitazione di Pep continuava a rappresentare un problema non da poco.
“Guardiola non voleva vivere in un luogo diverso dal centro della città, e non esisteva la casa giusta per accontentare le sue richieste” si legge nel libro. Quintana disse quindi all’allenatore che in qualche mese avrebbero fatto appositamente costruire un’abitazione per soddisfare i suoi desideri. Fatto che alla fine non si è realizzato, ma Guardiola è arrivato lo stesso a Manchester accontentandosi di una delle lussuose ‘City Suites’ nella zona di Salford. In questi fantastici e spaziosi appartamenti, contenuti in un moderno palazzo vetrato, Guardiola vive ancora oggi con la famiglia tra numerosi comfort, piscine, negozi e locali alla moda. Inoltre, come vicini di casa, lo spagnolo può vantare molti dei suoi giocatori. Niente palazzo in centro, quindi. Ma alla fine, a Pep non è poi andata così male…
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