Gravina: “Basta bracci di ferro tra Uefa e club, posso mediare per la Juve”

Sono tanti i temi d’attualità che interessano il calcio, che cerca di trovare soluzioni davanti alla crisi economica originata dalla pandemia. Ne ha parlato anche Gabriele Gravina, presidente della Figc, nell’intervista rilasciata a Radio Anch’io sport sulle frequenze di Rai Radio 1.

 

 

Nella nostra economia, pensare che la soluzione sia soltanto quella di aumentare i ricavi con la Superlega è un errore madornale. Il calcio ha prodotto 5 miliardi di debiti e dobbiamo iniziare a mettere sotto controllo i costi. Per la prossima stagione faremo una raccomandazione, da inserire nei regolamenti delle leghe, in cui si chiede di non superare i costi della stagione precedente e poi ipotizzare un abbattimento per gli anni successivi dal 10 al 20%. Poi mi preoccupa molto la perdita di oltre 200 mila tesserati, vuol dire meno possibilità di ricercare talento e mancata pratica sportiva, ci stiamo impegnando in una campagna in questo senso”.

 

 

Ci sono principi semplici, affermati dalla Carta Olimpica e riportati dagli statuti, in cui si stabilisce l'esclusività della gestione dello sport. La battaglia per la Superlega non fa bene a nessuno, spero che nel giro di qualche ora ci possa essere la fine di questa lotta tra Uefa e grandi club. Siamo stanchi del braccio di ferro, spero di poter essere io un mediatore per la Juventus. Non sapevo da febbraio della Superlega, c'erano state avvisaglie, ma niente di più”.

 

 

C'è stato un errore nel cambio di format della Coppa Italia: la scarsità di dialogo. Le componenti dovrebbero avere un confronto maggiore, con una progettualità. La Superlega non c'entra, c'è l'esigenza di un calendario intasato e col Mondiale in inverno che spezza la stagione. Ci auspicavamo tutti una modifica del format ma così c'è stato un errore di metodo e comunicazione”.

Capitolo Nazionale: “Mi auguro che ci possa essere Mancini nei prossimi anni, l'auspicio è annunciare la continuità di questa collaborazione già nei prossimi giorni”.

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