Giuliana, l’ostessa atalantina: "Gasperini adora i miei casoncelli"
Dai turisti arrivati in città con un volo Ryanair ai calciatori dell’Atalanta, passando per Roby Facchinetti dei Pooh, fino agli innumerevoli lavoratori in pausa pranzo. Giuliana D’Ambrosio e la sua omonima trattoria in via Broseta, a due passi dal centro, sono un’istituzione a Bergamo.
Attivo da oltre mezzo secolo, il locale serve piatti tipici della tradizione orobica. In un clima conviviale e d’aggregazione. “Ho passato gran parte della mia vita fra queste mura e fatico ad immaginarmi al di fuori di esse - conferma l’ostessa -. La trattoria è la mia casa. E voglio che ognuno si senta a suo agio. Qui c’è sempre posto per tutti. Operaio o calciatore, non fa alcuna differenza”.
Come dimostrano le tante maglie appese alle pareti del locale, la trattoria D’Ambrosio è diventata negli anni un punto di riferimento per diversi giocatori dell’Atalanta. Specialmente stranieri o giovani fuori-sede. “Mi sento un po’ la zia di quei ragazzi che arrivano a Bergamo all’inizio della loro carriera - prosegue Giuliana, atalantina doc -. Sono lontani da casa e dagli affetti. Così mi prendo cura di loro. Mangiano in trattoria e alcuni dormono nelle camere sopra il locale”. È il caso, per esempio, di Djimsiti, Gollini, Varnier e Valzania. Ma la lista di calciatori habitué del locale è lunga: tra i più recenti, Grassi, Conti, Spinazzola, Mancini, Freuler, Hateboer e De Roon.
Nel lontano ’96, anche Filippo Inzaghi, all’epoca ventitreenne, venne accolto da Giuliana. “Ancora oggi, quando è a Bergamo, Pippo passa sempre a salutarmi. Ci lega un bellissimo rapporto. Poi, in quella stagione, tra un piatto di spaghetti al sugo e un tiramisù, segnò addirittura 24 reti. In panchina c’era Emiliano Mondonico, una figura che porterò sempre nel cuore”. Inoltre, legami duraturi si sono conservati, tra gli altri, pure con Gigi Del Neri e Massimo Carrera, attuale allenatore dell’Aek Atene. “Nel 2017, ha vinto il campionato russo alla guida dello Spartak Mosca. Per festeggiarlo, la sua famiglia ha organizzato una serata a sorpresa in trattoria. È stato davvero divertente”.
Da un allenatore all’altro, anche Gasperini è un assiduo frequentatore del locale. “È una persona socievole e simpatica - assicura Giuliana -, oltre che una buona forchetta: i suoi piatti preferiti sono casoncelli e arrosto di codino con polenta”. Sulla panchina dell’Atalanta dal 2016, Gasperini è ormai entrato di diritto nel cuore dei bergamaschi, tanto da ricevere la cittadinanza onoraria nel settembre 2019. “Non ci sono parole per descrivere quanto stiamo vivendo negli ultimi anni. Non si era mai vista un’Atalanta così, capace di giocarsela davvero contro chiunque”. Quarta in campionato e tra le migliori otto di Champions League al momento della sosta. “Vado a tutte la gare interne e, quando riesco, seguo la squadra anche in trasferta. Devo ammettere che negli ultimi mesi mi è mancato andare all’Atalanta. Ora che si è ripreso a giocare, la Dea renderà di nuovo orgogliosa tutta la città”.
La Bergamasca, infatti, è stata duramente colpita dal virus. E, nonostante molti locali abbiano col tempo riaperto, Giuliana ha deciso di rimanere ancora chiusa. “Lo scopo della trattoria è creare un ambiente accogliente e conviviale. Una volta, anni fa, ho fatto sedere due giovani soli allo stesso tavolo. Tra una portata e l’altra hanno iniziato a parlare. È andata a finire che si sono sposati e, da bravi alpinisti, hanno coronato il sogno di scalare l’Everest: in cima alla montagna hanno scattato una foto con addosso la mia maglietta. Questo è per me la trattoria. Un luogo dove stare bene in compagnia. Ora, tra un protocollo e l’altro, tutto ciò sarebbe impossibile. Non voglio snaturare l’osteria, perciò aspetto fiduciosa il momento giusto per riaprire”.
A cura di Davide Amato