Gasperini: "L'identità è tutto: se non migliori giorno dopo giorno, hai finito"

Quando raggiungi la maturità necessaria per capire che il duro lavoro porta a risultati, non ti senti più stanco”. E forse è per questo che prima che campionati e coppe venissero interrotti, la sua Atalanta stava letteralmente volando. Gian Piero Gasperini si racconta a The Guardian, toccando diversi punti del suo lavoro.

Prima di tutto l’aspetto motivazionale, fondamentale per raggiungere determinati risultati. “Ho pubblicato la foto di un branco di lupi negli spogliatoi. Ci sono lupi nella parte anteriore, alcuni nel mezzo e uno indietro. I primi impostano il ritmo, quelli in mezzo sono i più forti, coloro che proteggono i compagni in caso di attacco. L’ultimo, invece, è il capo, che protegge l’intero gruppo. Il messaggio è che un leader si prende cura della squadra, ed è quello che voglio dai miei giocatori”.

Una mentalità ben definita, che sta portando l’Atalanta a vivere la miglior stagione della sua storia. Quarti di finale in Champions League e quarto posto in Serie A, con il miglior attacco del torneo, 70 gol segnati in 25 partite. “Se vuoi vincere, devi attaccare – continua Gasperini. Ma è importante che l’identità che crei in una squadra venga sempre rafforzata. Se non cresce e migliora giorno dopo giorno, hai finito”.

Un’identità creata in settimana, con sedute di allenamento estenuanti. “I miei giocatori devono lottare anche durante l’allenamento. Coloro che non sono abituati a lavorare duramente mi spaventano. Se non corri durante la settimana, non corri neanche la domenica. Abbiamo trovato giocatori giovani in Europa capaci di adattarsi al nostro stile di gioco e alla nostra mentalità. Chi ci crede è uno di noi, chi ha paura può andare via”.

Poi il tecnico dell’Atalanta rivolge un pensiero a Bergamo, una delle città più colpite dal coronavirus. “Quando siamo tornati a Bergamo dopo aver battuto il Valencia, ci siamo resi conto di quanto era cambiato in soli due giorni. Tutto questo è stato qualcosa di assurdo, inspiegabile a parole. Non dimenticherò mai le sirene delle ambulanze che abbiamo sentito in questi giorni. Quando ripartiremo avremo l’occasione per far divertire i nostri tifosi, farli tornare a sorridere”, conclude Gasperini.

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