Gabigol in un casinò clandestino con 200 persone: fermato e poi rilasciato
Fermato all’alba di domenica e poi rilasciato poche ore dopo dalla Polizia durante un’operazione che ha portato alla chiusura di un casinò clandestino a San Paolo dove si stava tenendo una festa con circa 200 persone (evento ovviamente vietato vista la pandemia).
Gabigol, ex attaccante dell’Inter oggi al Flamengo, ha raccontato a “Fantastico” di Globo Tv la sua versione dei fatti su quanto accaduto: “Sono stato invitato a cena da alcuni amici, non conoscevo il posto. Dopo aver cenato – quando mi sono accorto che c’erano tante persone – stavo andando via, ma a quel punto è arrivata la polizia”, le parole del brasiliano riportate da Lance.com.
L’ex Inter prosegue: “Di solito non vado al casinò, gioco solo ai videogiochi. Ammetto che mi è mancata un po’ di sensibilità, ma era il mio ultimo giorno di vacanza ed ero felice di stare con i miei amici. Avevo la mascherina e usavo un gel alcolico”.
Gabigol racconta altri dettagli della serata: “Quando è arrivata la polizia stavo entrando in ascensore, ci hanno fatto sdraiare tutti sul pavimento. Ho preso uno spavento. Ho sbagliato e chiedo scusa ai tifosi del Flamengo, ho sempre rispettato le regole anti-pandemia. Ripeto, ho avuto poca sensibilità; dovevo capire prima che non sarei dovuto essere lì”.
La posizione della polizia brasiliana
Il capo della polizia brasiliana Eduardo Brotero ha raccontato così quanto accaduto: “Abbiamo avuto informazioni in merito a una festa clandestina, quando siamo arrivati sul posto abbiamo scoperto che non era una festa, ma un casinò clandestino”, le sue parole riportate da GloboNews.
Il capo della polizia brasiliana ha sottolineato come nessuna delle persone coinvolte – Gabigol compreso – sia stata arrestato: “I fermati devono rispondere dei reati contro la salute pubblica e il gioco d'azzardo. A causa della pandemia sono stati subito condotti in questura per fornire dei chiarimenti in merito". Tutte le persone coinvolte, prima di essere rilasciate hanno firmato un mandato con l'impegno di testimoniare in futuro sui fatti.