"Abbiamo parlato anche del chirurgo". Deschamps risponde a Koscielny

La carta d'Identità che dice 33. Il curriculum fatto di mille battaglie, gioie e dolori. Quello più grande, però, l'ha dovuto affrontare solo ora: "E' la prima volta che mi capita di fare i conti con un infortunio grave". Lo ha detto Laurent Koscielny, il cui sfogo riguardo alla Francia e al suo rimpianto di non essere partito per la Russia ha fatto il giro del mondo. Tutta colpa di un tendine d'Achille che salta durante Atletico Madrid-Arsenal, semifinale di Europa League. E' maggio, recuperare per il Mondiale è impossibile. E così, quello che doveva essere il giusto premio dopo più di 50 partite con la Nazionale, si è trasformato in un incubo. In un rimorso grandissimo: "Che sarà sempre il più grande della mia vita" ha detto.

E' stato sincero Laurent, lo è stato fino in fondo. Da una parte tifava per i suoi compagni come tutto il resto del paese, dall'altra sperava che perdessero. Così non avrebbe dovuto vedersela con un rimpianto che non riesce proprio a cancellare. E che lo ha portato ad affermare di essersi sentito solo, abbandonato anche da Deschamps: "Che mi ha chiamato solo una volta a settembre per il mio compleanno". I due hanno da sempre un grandissimo rapporto, per questo le sue parole non sono passate inosservate al Ct campione del Mondo. Che ha volto rispondere, nonostante l'impegno imminente di Nations League con la Germania.

"Capisco la sua delusione - ha esordito - parliamo pur sempre di un giocatore che a causa di un brutto infortunio ha dovuto saltare il Mondiale". Comprensione, quindi. Che però non nasconde un velo di tristezza: "Tuttavia le sue parole mi hanno stupito - ha continuato - tutti i membri del mio staff gli hanno inviato un messaggio di supporto. Io l'ho chiamato subito dopo l'infortunio, abbiamo discusso insieme addirittura sulla scelta del chirurgo. L'ho invitato perfino ad unirsi a noi durante la preparazione al Mondiale".

Confermata la chiamata per il giorno del suo compleanno: "Sì, è vero. Ma è passato appena un mese da allora", Deschamps ha voluto tendere la mano al suo giocatore, nonostante tutto: "Non cambierà quello che penso di Laurent, sia come calciatore che come persona". Un padre ferito, insomma. Che però capisce il dolore del 'figlio'

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