Il Mondiale U20, poi errori e infortuni. Nieto: "Le scuole calcio sono la mia rivincita"
Nell’estate del 2005 Francesco Nieto aveva 20 anni, una carriera pronta a decollare, una valigia piena di sogni e in in tasca un biglietto aereo direzione Olanda.
La Nazionale azzurra Under 20 disputava il Mondiale di categoria e Francesco, attaccante del Piacenza, era tra i convocati del Ct Berrettini: “Eravamo davvero un bel gruppo. C’erano tra gli altri Nocerino, Canini, Viviano, Pellè e Padelli, l’unico che ancora oggi ogni tanto sento. Venimmo eliminati ai rigori dal Marocco ai quarti, io giocai due spezzoni di partita nella fase a gironi contro Siria e Canada, colpendo anche un palo”, racconta ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com proprio Nieto.
Piacenza, la Serie B e Iachini
Tra nostalgia e qualche rammarico per quello che poteva essere e invece non è stato. Perché in molti vedevano una carriera brillante per Francesco, su tutti Totò De Vitis (ex attaccante tra le altre di Udinese, Piacenza e Verona): “Lo incontrai a 15 anni, quando iniziai a giocare nelle giovanili del Piacenza. Lui fu il mio mentore, mi ‘accompagnò’ fino alla Prima squadra”.
Esordio in Serie B contro il Venezia il 30 gennaio 2005 - a un anno esatto dalla rottura del crociato avvenuta in Primavera, dopo una doppietta all’Atalanta - , in panchina Beppe Iachini: “Lo ricordo come un allenatore tosto, puntò molto sui giovani in quella sua avventura. Sono felice della carriera che ha fatto, gli auguro il meglio con la Fiorentina”. In rosa ragazzi come Simone Pepe e Gigi Riccio, capitano di quella squadra e oggi vice di Gattuso al Napoli.
“Il mio errore più grande…”
Sei mesi in pianta stabile in Prima squadra, il Mondiale con l’U20, poi il ritorno per il ritiro pre-stagione con il Piacenza: “Qualcosa a livello societario era cambiata, non mi sentivo più considerato e feci di tutto per andare via”. Scelta sbagliata: “Oggi posso dire che fu il mio errore più grande, non ebbi la pazienza di aspettare”, racconta Nieto. Dopo Piacenza, l’Acireale in C1, il Lecco in C2, poi tanta Serie D.
“Alla Pianese nella stagione 2011-2012 realizzai 10 gol in 7 gare, ero ancora giovane, credevo di riuscire a tornare nuovamente nel professionisti”. Poi il nuovo crack. “Crociato del ginocchio sinistro, lo stesso di qualche anno prima”. La fine di un sogno. “Ancora oggi gioco per divertimento, Prima Categoria, Promozione. Ma da quel momento in poi ho smesso di crederci”.
La “rivincita”
Senza però dire realmente mai addio al mondo del calcio: “Da marzo 2020 ho avviato un progetto che per me ha il sapore della rivincita. Mi occupo della formazione degli allenatori delle scuole calcio e della comunicazione per le società. Lo scopo del mio progetto, interamente online, è quello di fornire le basi agli allenatori (lui ha il patentino UEFA B, ndr) delle scuole calcio in modo che possano far crescere nel miglior modo possibile i bambini”. Insegnandogli magari ad avere anche quel pizzico di pazienza in più che ancora oggi rappresenta il più grande rimpianto della carriera di Francesco Nieto.